Ascoli Piceno, 21 giugno 2011 - Salvatore Parolisi, il marito di Melania Rea, la ventinovenne di Somma Vesuviana scomparsa il 18 aprile a Colle San Marco e ritrovata uccisa il 20 nei boschi del Teramano, è indagato per omicidio volontario. E’ quanto si apprende da fonti investigative, secondo cui la svolta delle indagini non sarebbe dovuta all'ermergere di nuovi elementi, ma alla rivalutazione complessiva degli indizi fin qui acquisiti dagli inquirenti: gli esami medico legali, il traffico delle celle telefoniche, i test sui reperti esaminati dai carabinieri del Ris, le oltre 30 testimonianze verbalizzate fra chi il 18 pomeriggio, giorno della scomparsa di Melania, si trovava a Colle San Marco.

L’avviso di garanzia gli è stato notificato stamattina in Campania, dove il caporalmaggiore si trova in licenza. L’uomo, che al momento resta a piede libero, sarà interrogato alle 16.30 di venerdì prossimo ad Ascoli. La notizia è stata confermata dal pm ascolano Michele Renzo. L'invito a comparire serve ai sostituti procuratori ascolani Umberto Monti, Carmine Pirozzoli, Cinzia Piccioni ed Ettore Picardi al fine di svolgere ulteriori accertamenti senza incappare in errori procedurali. I magistrati hanno valutato a lungo questa mossa, dopo aver più volte riletto le dichiarazioni rese da Parolisi durante le tre audizioni ad Ascoli e Castello di Cisterna, con diverse contraddizioni. Per l'invito a comparire al caporalmaggiore è stato assegnato un avvocato d'ufficio: Carlo Grili. Ad ogni modo, egli, che dovrà comunque presentarsi davanti ai pm, deciderà se avvalersi o meno della facoltà di non rispondere. "Vedrò il mio assitito prima, probabilmente giovedì, e poi valuteremo il da farsi", ha spiegato uno dei suoi legali, Walter Biscotti.

Bocche cucite nella caserma 'Clementi', dove Parolisi, attualmente in licenza, lavora come istruttore delle reclute. Nessuno, neppure il colonnello Annichiarico, ha voglia di commentare l'iscrizione nel registro degli indagati del militare. Neppure, l'agente di polizia penitenziaria, Raffaele Paciolla, amico di Parolisi, ha voglie di commentare il fatto: "Mio marito non intende rilasciare dichiarazioni", dice sua moglie ai giornalisti. "E' meglio che non lo chiamate", taglia corto. Folignano, città in cui il vedovo di Melania viveva con la moglie, prevale lo sgomento. "Una notizia che lascia interdetti. Spero davvero che non sia stato lui", mormora un vicino di casa del neo indagato.

 

PAROLISI: "SONO TRANQUILLO E SERENO, NON HO NIENTE DA TEMERE"

"Parolisi ha accolto la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati con la giusta serietà ma anche con serenita’. E’ tranquillo. D’altronde lui è stato di fatto indagato da tutti già dal primo giorno delle indagini, e mai aiutato da nessuno”. Cosi’ l’avvocato Nicodemo Gentile, il legale che insieme a Walter Biscotti difende - ora da persona indagata, e non piu’ solo “informata sui fatti”, il marito di Melania Rea, la donna trovata uccisa il 20 aprile scorso nel Bosco delle Casermette, nel teramano, ma a pochi chilometri dal confine con Ascoli Piceno.


“Dobbiamo ancora capire cosa è effettivamente successo - dice Gentile - e poi ci muoveremo secondo le necessità. Di sicuro lavoreremo in una direzione diversa rispetto a prima, ma sulle stesse basi, che sono quelle delle dichiarazioni del nostro assistito, che ricordo è un indagato a piede libero”.


L’iscrizione del registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario di Salvatore Parolisi, era nell’aria da alcuni giorni, soprattutto dopo la scoperta di un nuovo telefonino di sua proprietà che il caporalmaggiore aveva nascosto in un campo sportivo di Folignano, il paese vicino ad Ascoli dove abitava con la moglie.

 

 

LA FAMIGLIA REA SI COSTITUISCE PARTE CIVILE: "MELANIA COLPEVOLE SOLO DI AVER AMATO IL MARITO"

Appresa la notizia, la famiglia di Melania Rea ha deciso di costituirsi parte civile nell'inchiesta. Michele, il fratello della vittima, ieri è stato ad Ascoli Piceno per affidare l'incarico all'avvocato Mauro Gionni, il quale domani raccoglierà anche la costituzione in giudizio dei genitori di Melania, Gennaro e Vittoria. I familiari nomineranno anche un consulente medico legale. "La famiglia Rea vuole la verità e che sia punito il responsabile dell’orrendo delitto di Melania, una donna colpevole solo di aver amato il proprio marito", dichiara Gionni.

"Se nel corso dell’inchiesta dovesse emergere che Salvatore Parolisi, il marito di Melania, ha veramente ucciso sua moglie, questo aggiungerebbe dolore ulteriore ad una sofferenza che per i genitori e il fratello di Melania e tutti gli altri familiari è già enorme".
"La famiglia Rea - conclude Gionni - si è messa a disposizione della procura ascolana fin dall’inizio, ha fiducia nella magistratura, affinchè si accerti la verità sulla morte di Melania".

 

SALVATORE ANCHE OGGI SULLA TOMBA DELLA MOGLIE

Sulla tomba della moglie nonostante tutto. Salvatore Parolisi non è voluto mancare all'appuntamento con Melania, sebbene da oggi sia iscritto nel registro degli indagati per il suo omicidio. E' stato lì circa venti minuti, accompagnato dalla sorella Francesca, ha guardato fisso la foto della donna e ha addirittura scherzato con il custode del cimitero, Amerigo De Lucia: “Sabato, quando torno ad Ascoli Piceno, ti porto un regalo”, gli ha detto.

“L’ho visto sereno, tranquillo come ogni giorno - racconta De Lucia - gli ho detto ‘venerdi’ vai ad Ascoli per gli interrogatori?’ e lui mi ha risposto che sabato mi avrebbe portato un regalo". De Lucia ha aggiunto anche che Salvatore ogni giorno si reca sulla tomba della moglie, ma non incontra mai la famiglia Rea. Lo stesso caporalmaggiore ai giornalisti che gli chiedevano se fosse tranquillo ha risposto di sì, annuendo con la testa.

 

IL TESTIMONE: "MELANIA E SALVATORE NON ERANO A COLLE SAN MARCO

"Eravamo in cinque a Colle San Marco, siamo arrivati verso le 14.30-14.40 e abbiamo parcheggiato le moto davanti alle giostre, ma non c’era nessuno, né una donna né un uomo. Escludo che ci potesse essere Melania, l’avrei riconosciuta, non c’era proprio nessuno".
E' uno dei minorenni che il giorno dell’omicidio di Melania Rea era a Colle San Marco con alcuni amici a raccontare ciò che ha visto davanti alle telecamere di 'Pomeriggio cinque'.
 

"Eravamo andati lì per fare una partita di calcio - ricorda il giovane -, verso le 15.15 siamo andati a prendere i motorini dalle giostre per andare a giocare nel pianoro lì vicino, in un campetto coperto che sta dietro, e anche la seconda volta non c’era nessuno. Quando mi hanno detto che era stata ritrovata senza vita mi è venuta un po’ di paura - conclude il ragazzo - nel senso le indagini, queste cose...se mi chiamavano. Non ho pensato di andare spontaneamente dai carabinieri perchè avevo paura, poi mi hanno chiamato".