Ascoli Piceno, 28 giugno 2011 – Una richiesta di incidente probatorio è stata depositata stamattina dagli avvocati Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, difensori di Salvatore Parolisi, indagato per l'omicidio della moglie.

L'iniziativa è stata assunta “per accertare davanti ad un giudice terzo luogo, ora e dinamica dell’omicidio di Melania Rea”, la 29enne di Somma Vesuviana scomparsa il 18 aprile scorso e trovata morta due giorni dopo a Ripe di Civitella, nel Teramano.

La richiesta, hanno commentato gli avvocati Biscotti e Gentile "dimostra la volontà di Parolisi di fare chiarezza sull’omicidio della moglie. E’ la migliore risposta alla montagna di accuse e calunnie, al linciaggio mediatico subito da Salvatore in questi mesi". "Salvatore non vuole sottrarsi alla ricerca della verità", insistono i suoi legali, sebbene durante l'interrogatorio di venerdì scorso si sia avvalso della facoltà di non rispondere davanti ai pm ascolani. L’incidente probatorio, che tecnicamente ha valore di prova in sede processuale, dovrà servire a stabilire "ora, luogo, tipo di arma e ogni altro elemento utile a determinare la dinamica dell’omicidio, e a individuare l’aggressore o gli aggressori di Melania Rea".

"Salvatore Parolisi non teme la verità, al contrario, la cerca". Sarebbe questo, dunque, il motivo per il quale la difesa del caporalmaggiore ha avanzato questa istanza. Anche se è ragionevole pensare che si stia cercando di stanare l'accusa, la quale, secondo Biscotti e Gentile, avrebbe formulato un capo d'incolpazione "troppo fluido". Il riferimento è all'arco temporale, compreso fra il 18 e il 20 aprile, ed all’area geografica, ampia, che include Folignano (il paese in cui la coppia viveva), Ascoli Piceno, Colle San Marco e Civitella del Tronto, indicati nell'invito a comparire notificato al militare per il 24 giugno.

Ora la Procura ascolana può formulare al gip le proprie osservazioni entro due giorni dalla notifica dell'atto, dopodiché quest'ultimo deciderà se accogliere o meno l'istanza, o se differirla nel tempo. L’incidente probatorio si svolgerebbe in contraddittorio con i pm e i loro consulenti, con la difesa e i suoi periti, ma anche con i periti nominati dai genitori e dal fratello di Melania Rea, che si sono costituiti parte offesa. Ad ogni modo, difficilmente sarà disposto, anche perché debbono ancora pervenire diversi esami dei Ris e dei Ros, oltre alla relazione dell'anatomopatologo Adriano Tagliabracci.

"Richiesta del tutto legittima, ma inutile: perché la procura di Ascoli Piceno ha già disposto tutti gli accertamenti richiesti, e l’anatomopatologo sta concludendo la relazione sull’autopsia". Questo il commento di Mauro Gionni, avvocato della famiglia Rea, che si opporrà alla richiesta "giuridicamente fondata, ma allo stato dei fatti inutile".

Infatti, Parolisi "sta partecipando fin dall’inizio, come persona offesa, all’autopsia affidata dai pm al dottor Adriano Tagliabracci", sebbene il caporalmaggiore non avesse nominato un consulente. Non prima del 26 maggio scorso, quando scelse anche i suoi difensori. Nell'occasione incaricò Lorenzo Varetto, dell’Università di Torino. Inoltre, qualora il gip disponesse l'incidente probatorio, i risultati di una eventuale nuova perizia sul cadavere di Melania non si avrebbero prima di due o tre mesi, secondo Gionni. D'altronde, Tagliabracci dovrebbe consegnare i risultati dell'autopsia a giorni e all'anatomopatologo i pm hanno già formulato "tutti i quesiti riproposti dall’istanza dei difensori di Parolisi". Per quanto riguarda i familiari di Melania, l'iniziativa di Salvaotre è stata accolta "con grande serenità. Hanno fiducia nella giustizia, e aspettano di conoscere la verità", racconta il legale.