Folignano (Ascoli Piceno), 17 agosto 2011 - DENNY ha cambiato versione. E ha confermato un’orribile verità: "Jason è morto". Il padre putativo del neonato scomparso da Piane di Morro di Folignano agli inizi di luglio, dopo aver ribadito per un mese, dalla sua cella al carcere di Marino, che il bambino era stato affidato dalla moglie Katia Reginella ad una coppia all’estero, ieri pomeriggio ha stupito gli inquirenti, cambiando totalmente registo. Ed ha confermato così la prima versione dei fatti fornita dalla moglie: "Il bimbo è caduto mentre Katia lo cambiava. Quando abbiamo visto che non si muoveva più lo abbiamo portato a Castel Trosino e seppellito lì".


E nei boschi che separano Ascoli dall’Abruzzo i carabinieri e i sostituti procuratori Carmine Pirozzoli e Cinzia Piccioni hanno accompagnato ieri pomeriggio Pruscino, dopo una tappa nella mansarda di Piane di Morro di Folignano che il trentenne condivideva con la moglie da ormai quattro anni. Ancora una volta, nulla è emerso dal sopralluogo: del piccolo cadavere del neonato non è stata trovata alcuna traccia. Né Pruscino né la Reginella, infatti, sono stati in grado di indicare il luogo esatto dove avrebbero abbandonato il bambino. Non sono riusciti neanche a dire con esattezza quando il piccolo sia morto.


Anche la 24enne, dopo una prima confessione in cui si addebitava le responsabilità della morte di Jason, parlando di un drammatico incidente domestico (simile, peraltro, a quelli accorsi agli altri due figli della coppia, nati sani e rimasti invalidi nei primi giorni di vita), ha cambiato versione: interrogata al carcere di Castrogno dove si trova detenuta dal 20 luglio, Katia ha raccontato che Denny, in preda a una rabbia folle, avrebbe scagliato con violenza il neonato a terra, causandone la morte. Poi avrebbe costretto lei ad abbandonare il corpo nei boschi vicino Castel Trosino, invece di portarlo all’ospedale. Anche la mamma del piccolo, nato da una relazione extraconiugale con un 18enne di Maltignano, è stata portata più volte a Castel Trosino, senza risultato.


Per la prima volta a un mese dall’arresto, avvenuto mentre progettavano una fuga all’estero, i due dicono entrambi che il bambino è morto, fornendo una versione dei fatti coerente almeno nella prima parte, lacunosa e imprecisa quando si parla dell’abbandono del corpo.
Pruscino, difeso dall’avvocato Felice Franchi, per il momento resta in carcere con le accuse che l’hanno portato all’arresto: maltrattamenti, abbandono di minore ed occultamento di cadavere. Due settimane fa il ragazzo aveva tentato il suicidio, bevendo della candeggina diluita con acqua. Aveva motivato il gesto dicendo al suo legale di sentirsi disperato perché in un solo momento aveva perso una moglie e un figlio, alludendo alla confessione di Katia che l’accusava del terribile omicidio. Dall’altra parte, ieri l’avvocato Francesco Ciabattoni, legale della Reginella, è stato in carcere a trovare la sua assistita: per lunedì attende la relazione del consulente di parte, il neuropsichiatra Alessandro Meluzzi, sulla ragazza. «Poi vedrò come muovermi» ha spiegato Ciabattoni, che ha confermato le parole dette dalla mamma di Jason ai magistrati.