Ascoli Piceno, 23 agosto 2011 - I capelli rinvenuti sul cadavere di Melania Rea potrebbero anche essere stati depositati in un secondo momento. Sono alcuni dei passaggi che trapelano dall’ordinanza del Tribunale del riesame dell’Aquila che ha confermato la custodia cautelare in carcere per Salvatore Parolisi.

I residui di capelli rinvenuti sul corpo della 29enne di Somma Vesuviana sono stati sempre considerati dalla difesa di Parolisi come una delle possibili prove che l’aggressore non fosse il marito. Ma per il giudice del riesame la traccia potrebbe semplicemente far parte del tentativo di depistaggio messo in atto dall’assassino di Melania.

Secondo il giudice del Riesame inoltre il movente dell’omicidio sarebbe da ricercare nelle relazioni extraconiugali del caporalmaggiore, così ricalcando la struttura della prima ordinanza che stabiliva il carcere per Parolisi, quella del Gip di Ascoli Carlo Calvaresi, che descriveva come un “imbuto” la situazione in cui si era venuto a trovare il caporalmaggiore, stretto tra la moglie e le pressanti richieste dell’amante Ludovica.

In ogni caso - avverte il giudice Riesame - il compito di acclarare il movente spetta al futuro possibile dibattimento, anche se - annota - tutti i possibili scenari dell’omicidio finora emersi farebbero comunque capo al militare. Inoltre, in uno dei passaggi delle 23 pagine dell’ordinanza del Riesame i giudici, riferendosi alle motivazioni che avrebbero portato Parolisi all’omicidio, sosterrebbero che il fatto che in Italia sia previsto il divorzio sin dal 1970 non ha escluso che da allora non si siano più verificati omicidi passionali tra coniugi.