Ascoli Piceno, 12 ottobre 2011 - E’ durato circa tre ore il faccia a faccia tra i magistrati di Teramo, che indagano sull’omicidio di Melania Rea, e Alfredo Ranelli, il titolare del chiosco sul pianoro di Colle San Marco. Per evitare i giornalisti i pm hanno deciso di non sentire Ranelli negli uffici della Procura.

Per il 57enne ascolano si tratta della prima audizione con gli investigatori teramani, dopo i quattro sostenuti dagli inquirenti di Ascoli Piceno. A Ranelli sarebbe stato chiesto di ricostruire nei dettagli gli orari dei suoi ricordi del primo pomeriggio del 18 aprile scorso il giorno in cui Melania scomparve, secondo il marito Salvatore Parolisi recandosi ai bagni del bar ‘Il cacciatore’ dal prato con le altalene proprio di fronte al chiosco di Ranelli. Secondo la Procura, al contrario, né Melania né Parolisi a quell’ora e in quel giorno sarebbero stati a Colle San Marco.

Ranelli nelle sue due prime deposizioni affermò di aver visto una coppia con un bambino sul prato di fronte al chiosco poco prima delle 15 del 18 aprile, per poi cambiare in seguito versione. Mentre a breve la Procura di Teramo sentirà la madre di Melania, Vittoria Garofalo, i due sostituti procuratori che hanno in mano il caso, Davide Rosati e Greta Aloisi, hanno incaricato un esperto di verificare il grado di attendibilità dei risultati offerti dai cani molecolari. Proprio uno di questi casi (che arrivano a costare fino a 50mila euro) tre giorni dopo la scomparsa della donna fiutò una sua possibile traccia a Colle San Marco che dal prato con le altalene portava al monumento ai caduti, distanti qualche centinaio di metri. Pista infruttuosa secondo l’accusa, 'verosimile' secondo la difesa del militare tuttora in carcere accusato per l’omicidio volontario pluriaggravato della moglie.