Ascoli Piceno, 4 novembre 2011 – Un terremoto nel mondo della Quintana. Eh sì, perché se la sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Perugia qualche settimana fa lasciava ancora qualche dubbio, la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche tra Luca Innocenzi e il suo veterinario sull’uso del doping per vincere il Palio della Quintana di Foligno, di dubbi ne lascia davvero pochi.

Intercettazioni crude, che pesano tantissimo sull’immagine del plurivincitore della Quintana di Ascoli e di certo ne compromettono la credibilità, al di la di come finirà questa brutta storia. Dice Daniele Cuglini, gestore della scuderia Perugia 2000: «Oh, domenica tocca vince lì, eh». Risponde Umberto Ricci, veterinario: “Tocca faglie na pera”. Questo è il succo delle 676 pagine di intercettazioni telefoniche che hanno portato il tribunale di Perugia a condannare per doping dieci tra veterinari, fantini e gestori di scuderie. Intercettazioni che fanno ben capire in che modo queste persone hanno fatto del loro lavoro «l’occasione esclusiva per procacciare farmaci dopanti» con l’obiettivo di «alterare i risultati delle competizioni».
‘Vuoi vincere? Infiltriamo’. Il veterinario Umberto Ricci è al telefono con Luca Innocenzi, fantino del rione del Cassero e, come detto, cavaliere di Porta Solestà ad Ascoli.


Ricci: «Ma la vuoi proprio vince ‘sta Quintana eh?»
Innocenzi: «Damoglie un pochetto di benzina, Umbè, che stavolta se andiamo a vince Dio caro facciamo un macello. Io non ho mai vinto, fammi vince dài»
R: «La infiltriamo lunedì la cavalla»
I: «La roba gliela facciamo tutta insieme o no?»
R: «Anche gli altri prodotti, non ci stanno problemi».
 

Fai sparire tutto
Il veterinario Ricci parla con Maurizio Conti, del rione Contrastanga.
Conti: «Senti Umbe’, il Testovis (un anabolizzante, ndr ) sempre due fiale?».
Ricci: «Sì, non cambiare niente, fatelo sul culo. Ma ci stanno un’altra volta quelli?».
C: «Dice che ci dovrebbero stare ancora i carabinieri, che ne so».
R: «Fai sparire tutto».
C: «Ah, quello sicuro».
 

Si fa i finti scemi
A parlare è un altro veterinario, Ugo Carrozzo, con Decio Barili, priore del rione della Mora.
Carrozzo: «Che c’ha Phisys? (un cavallo, ndr )».
Barili: «Un frammentino sul nodello destro».
C: «Porca madosca, non bisogna dire niente a nessuno, s’infiltra e si fa i finti scemi».
B: «Dalla lastra lo vedono».
C: «Se la bruciano un po’ può darsi che non lo vedono e può darsi pure che non le facciano le lastre che ne so».
 

Togli le etichette
Ancora il veterinario Carrozzo con Willer Giacomoni, fantino del rione Morlupo.
Giacomoni: «Ti ho chiamato per il Metacam».
Carrozzo: «Io non ce l’ho».
G: «Allora lo faccio comprare a quelli del rione».
C: «Sì, solo che quelli a dirgli adesso che gli facciamo un antinfiammatorio, quelli so’ stupidi come la capre tibetane, non dirgli niente, compra il Flebocortid, e non fargli vedere troppe robe».
G: «E che devo fare? Quelli li nasano».
C: «Tu tieni tutto nascosto, togli tutte le etichette dai medicinali, non fargli vedere le cose che facciamo».
G: «Va bene».
C: «Hai fatto il Ranidil?».
G: «Sia oggi che domani».
C: «Perfetto poi ci interrompiamo perché il giorno della gara è pericoloso»
 

Bombardala alla morte
Di nuovo il veterinario Ricci e il fantino Innocenzi.
Innocenzi: «Umbè, dovevi vedere ieri sera Naval come galoppava. Una cosa divina, guarda, ti giuro, divina».
Ricci: «Questo ti dice che tocca corre da fresca». (...)
I: «Lo sai invece che ho pensato? Può darsi che sto a di’ una cazzata, però secondo me è la cosa più intelligente, va beh, a parte infiltrata prima della gara...».
R: «Quella bombardarla alla morte, damme retta».
I: «Sì sì, bombardarla proprio, a non... Portarla senza mezzo dolore che la cavalla soffre dentro».