Ascoli, 12 gennaio 2012 - La Procura di Teramo ha depositato questa mattina presso il tribunale la richiesta di giudizio immediato per Salvatore Parolisi, il caporal maggiore dell'Esercito accusato dell'uccisione della moglie 29enne Melania Rea, trovata morta il 20 aprile dell'anno scorso nei boschi di Ripe di Civitella, in provincia di Teramo.

La richiesta si basa sulla sussistenza, per gli inquirenti, della 'prova evidente' di colpevolezza, grazie alla quale si salta l'udienza preliminare: deve però, sulla vicenda, pronunciarsi il gip competente entro 5 giorni.

Per il militare le accuse sono quelle di omicidio volontario aggravato da minorata difesa, rapporto di parentela e crudeltà, oltre all'imputazione di vilipendio di cadavere. Secondo i titolari dell'inchiesta, il procuratore capo Gabriele Ferretti e i due sostituti Davide Rosati e Greta Aloisi, sarebbe stato infatti Parolisi a deturpare il cadavere della donna nelle ore successive all'omicidio nel tentativo di depistare le indagini. Si chiude così un'indagine iniziata il 18 aprile scorso, il giorno della scomparsa di Melania Rea, e passata alla Procura di Teramo il 23 luglio dopo essere stata nelle mani degli inquirenti di Ascoli Piceno.

Secondo quanto dichiarato da Parolisi, infatti, la donna scomparve dal Pianoro di Colle San Marco a pochi chilometri da Folignano, dove la coppia risiedeva, e fu dunque la Procura ascolana a dare il via alle indagini, in un primo momento affiancata dai colleghi di Teramo. Il Gip di Teramo Giovanni De Rensis ha a disposizione a questo punto cinque giorni per decidere se accogliere o meno la richiesta della Procura.