Ascoli Piceno, 22 maggio 2012 - Quanti ricchi e quanto ricchi? Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato sul suo sito uno studio sul reddito imponibile ai fini dell’addizionale Irpef: in parole semplici, il valore sul quale si applica l’aliquota per determinare le addizionali regionale e comunale.

Divisi per Comune, le cifre vanno dal 2006 al 2010 e, volendo leggere tra le righe, si possono tirare conclusioni interessanti. Partiamo da Ascoli. A fronte di un ammontare complessivo pressoché immutato: nel 2006 erano 588 milioni 181.494 euro di reddito imponibile, cresciuti fino a 638 milioni e 140.686 euro nel 2008, per arrivare nel 2010 a 638 milioni e 490.043 euro.

La prima osservazione è semplice ed immediata: mentre nel passaggio dal 2006 al 2008 il reddito imponibile è aumentato, anche se non in modo clamoroso, dal 2008 al 2010 la situazione invece è ristagnata, con una crescita risibile ed impercettibile. Segnale e sintomo lampante della crisi che appunto negli ultimi 3 anni ha cominciato a mordere in modo sempre più feroce: è vero che sono diminuite (da 28.521 del 2006 a 27.883 del 2010) quelle che il Ministero definisce le ‘frequenze’ (il numero di volte in cui il dato preso in considerazione è presente), ma questo calo non giustifica l’aumento così lieve del reddito imponibile ai fini delle addizionali all’Irpef, anche in considerazione della contestuale crescita del costo della vita e dell’aumento dell’inflazione, che dovrebbe specchiarsi con una maggiore quantità di denaro nelle tasche dei contribuenti.

E invece, proprio su questo aspetto arriva la mazzata più grande per gli ascolani. Nel suo studio, il Ministero ha diviso i contribuenti per classi di reddito: quelli fino a 1.000 euro, quelli da 1.000 a 2.000 e così via, fino ad arrivare a quelli che superano i 100.000 euro. Il dato che emerge dal confronto tra gli estremi, 2006 e 2010, è sconfortante: rispetto all’anno di inizio dell’analisi, sono aumentati coloro sotto ai 3.000 euro.

Nello specifico, sotto a 1.000 euro erano 194 contribuenti nel 2006, 386 nel 2008 e 411 nel 2010; stessa cosa per la classe tra 1.000 e 2.000: dai 179 del 2006 ai 284 del 2010; tra i 2.000 e i 3.000 euro, si è passati da 129 a 179. I poveri sempre più poveri, insomma. Ma il dato in controtendenza riguarda i ricchi: se infatti nelle fasce ‘mezzane’ i dati restano sostanzialmente invariati, con qualche fisiologico andamento oscillatorio, i redditi complessivi che superano i 33.500 euro sono in crescita nel 2010 rispetto al 2006 di 697 ‘frequenze’.
 

di Daniele Luzi