Ascoli, 25 maggio 2012 - Operazione dei carabinieri del Comando Provinciale dell’Aquila, con i militari dei Comandi di Ascoli Piceno, Macerata, Perugia, Teramo e Terni nei confronti di 17 persone (di cui una sottoposta alla detenzione in carcere, le restanti ai domiciliari) indagate del reato di associazione per delinquere finalizzata a favorire l’ingresso irregolare in Italia di cittadine extracomunitarie di origine sud americana e asiatica e allo sfruttamento della prostituzione.

Nell’ambito della stessa attivita’ sono stati apposti i sigilli a 3 agenzie di affari artistici e teatrali e 4 locali notturni, ubicati a L’Aquila, Macerata, Ascoli Piceno e Terni. L’attivita’ d’indagine svolta dal Reparto Operativo - Nucleo Investigativo, che e’ la complessa evoluzione di precedenti indagini avviate dal Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia dell’Aquila in locali notturni di questa zona, ha permesso di individuare un consolidato sodalizio (4 impresari artistici e 9 gestori di locali notturni), attivo dal 2010 in Abruzzo e che presenta ramificazioni in Lazio, Marche e Umbria.

I soggetti avvalendosi dell’intermediazione di alcuni residenti in paesi del centro e sud America, ottenevano, attraverso la falsificazione della documentazione necessaria, il visto d’ingresso e l’introduzione nel territorio dello Stato italiano di giovani donne provenienti da Cuba, Venezuela e Filippine, avviate successivamente all’attivita’ di prostituzione all’interno di locali notturni ubicati nelle citate province.

OLTRE 100 CASI DI IMMIGRAZIONE IRREGOLARE DI RAGAZZE

Sono oltre 100 i casi di immigrazione irregolare di ragazze, reclutate con la promessa di un rapido inserimento nel mondo dello spettacolo che venivano poi di fatto avviate nel migliore dei casi all’attivita’ di ballerina nei night club, ma piu’ spesso alla prostituzione.
 

E’ quanto e’ emerso dalla conferenza stampa tenuta dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale dell’Aquila per illustrare l’operazione. L’inchiesta e’ coordinata dal Pm Antonietta Picardi, sostituto procuratore presso la direzione distrettuale antimafia dell’Aquila. per illustrare l'operazione che stamani ha portato alla emissione di 17 ordini di custodia cautelare per associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione e all'ingresso di clandestini nel territorio nazionale. 
 

Le indagini hanno dimostrato che le ragazze venivano private dei documenti e non possedevano alcuna forma autonoma di sostentamento. Secondo gli investigatori nel 90% dei casi le giovani, tutte di eta’ media sotto i 30 anni e prevalentemente provenienti da Cuba, Venezuela e Filippine, una volta scaduto il permesso di soggiorno di tre mesi facevano rientro al proprio Paese di origine senza il guadagno economico che le aveva spinte all’avventura.
 

Secondo le indagini condotte dai carabinieri del Comando provinciale dell’Aquila, guidati dal colonnello Savino Guarino, a capo della organizzazione internazionale ci sarebbe un pregiudicato teramano, il 57enne Attilio Ceccarelli, disoccupato residente ad Alba Adriatica, che ‘’operava facendo riferimento ad alcuni intermediari residenti a Cuba, Venezuela e Filippine, ai titolari di tre agenzie artistiche marchigiane, e ai gestori di numerosi night nelle province di Terni, L’Aquila, Ascoli Piceno e Macerata, ciascuno con un ruolo ben preciso’’.
 

Il capo dell’organizzazione attraverso alcuni intermediari, un titolare di agenzia viaggi e due direttori artistici di compagnie di ballo, sostengono gli inquirenti, aveva il compito di reclutare attraverso veri e propri casting le giovani donne che invece credevano di partecipare a selezioni per i corpi di ballo, i cosiddetti gruppi caraibici, destinati a tournee danzanti in Italia. La scelta avveniva attraverso la visione di veri e propri book fotografici realizzati nel Paese di origine e inviati in Italia a mezzo di posta elettronica.
 

L’esecuzione dei provvedimenti restrittivi firmati dal gip distrettuale dell’Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, e’ stata eseguita per 14 delle 17 persone, perche’ tre indagati sono attualmente domiciliati all’estero. L’operazione ha richiesto la partecipazione di 50 militari oltre che dell’Aquila, dei comandi provinciali di Perugia, Terni, Macerata, Teramo e Ascoli Piceno.