Ascoli, 12 luglio 2012 - E' difficile credere come il minuscolo borgo di Quinzano, frazione di Force dove di solito vivono, in tutto, 4 persone, abbia potuto ospitare, ieri sera, così tanta gente. Almeno un migliaio le persone che hanno partecipato alla "Cena col boia", appuntamento finale del Festival dell'Appennino 2012 in questo piccolo angolo di mondo da dove, tradizione vuole, arrivavano i boia che nel Medioevo (e anche un po' dopo) eseguivano ad Ascoli le condanne capitali.

Una cittadina che, negli anni '70, è stata teatro di un delitto atroce (una donna ha ucciso a colpi di roncola la sua rivale in amore) e che invece, ieri, è tornata indietro nel tempo, per far saggiare un po' di quel passato mitico ai tanti avventori della serata. Dalla parte 'istituzionale' presenti l'assessore provinciale alla Cultura Andrea Maria Antonini, promotore dell'evento, il presidente Piero Celani, l'assessore al bilancio Vittorio Crescenzi. E poi, il padrone di casa, il sindaco di Force Augusto Curti, con i colleghi di Rotella e Comunanza, Domenico Gentili e Domenico Annibali e gli organizzatori Carlo Bachetti e Carlo Lanciotti. Tra le viuzze dello stretto paesino sputafuoco, incantatori di serpenti, cartomanti.

E poi una mostra, "Tremenda sorte", di Nima Tayeban e una collettiva di artisti che hanno analizzato l'anima nera che c'è in ogni uomo, il gioco dell'impiccato (e come poteva essere altrimenti?), la cena a base di carne alla griglia e maltagliati alla gricia. Una splendida serata noir per chiudere una kermesse che, al suo secondo anno di vita, si è confermata essere un vero successo.
 

Nicoletta Tempera