Ascoli, 16 ottobre 2012 - Arturo Verna, il dirigente dell’istituto tecnico commerciale e per geometri ‘Umberto I’, ha tolto dall’aula magna della scuola ascolana il quadro di Aldo Castelli, quello raffigurante Mussolini per chetare le acque, forse un po’troppo agitate, a parere di qualcuno, per una vicenda del genere. Una vicenda che ha scatenato anche il popolo di facebook in lunghe discussioni. Anche l’assessore comunale alla cultura del Comune di Ascoli, Davide Aliberti, ha detto la sua: «Si è fatta molta confusione, a mio avviso, sull’argomento dibattuto. L’arte è libera e pulita e, aggiunge Mao Tse-tung, al di sopra delle classi e al di fuori della politica, nonché indipendente da essa. Per cui si può ragionare solo in termini di opportunità di allocazione dell’opera in un sistema, qual è quello scolastico, educativo e formativo. Allora, sovviene la valutazione della memoria del ricordo ed è qui che deve farsi ricchezza di un passato senza il privilegio irrinunciabile di essere uomini liberi di esprimersi. E’ necessario, sempre, ricordare, per conoscere e capire. La memoria rappresenta un capitale vietato da disperdere perché solo un popolo che vive anche del passato non può consentirsi di ripetere situazioni che compromettono il futuro. L’arte è una cosa e la storia è un’altra. A mio avviso occorre abbassare i toni su un episodio che tende a svilire l’intelligenza dei cittadini e che rischia di legittimare reazioni oltre la logica ed il diritto».

«Si tratta – dice anche il direttore dei musei cittadini, Stefano Papetti –, a mio avviso, di una vicenda del tutto priva di fondamento. Se il dipinto fosse rimasto lì dov’era – continua – avrebbe rappresentato anche un’occasione per far riflettere, un momento di confronto su quel periodo storico. E poi, quell’immagine di Mussolini, inventata, ne mette in ridicolo alcuni aspetti. Presentarlo come fosse un imperatore romano mette in evidenza la retorica, il carattere ridicolo di quel tipo di proposta. Si trattava anche di un modo per far capire come il regime raggiungesse dei livelli che solo a guardarli, oggi, risulterebbero ridicoli».
 

Tra i favorevoli a tenere il quadro a scuola anche il segretario del neonato Partito Socialista ascolano, Paride Vagnoni. «Forse qualcuno non ha capito che il quadro merita un discorso e la collocazione ne merita un altro — ha spiegato Vagnoni — Se l’aula magna era il luogo originario nel quale si trovava in passato l’opera non capisco per quali motivi la stessa debba essere rimossa. L’intero istituto è stato realizzato all’epoca di Mussolini. Per questo, dunque, è necessario abbatterlo completamente? Io, francamente, non la penso in questo modo e non avrei rimosso il quadro».

Lorenza Cappelli e Matteo Porfiri