Ascoli Piceno,  6 ottobre 2013 - GIORNI cruciali per l’Haemonetics sul fronte delle trattative sindacali. Ieri mattina, nello stabilimento di Campolungo, i rappresentanti dell’Ugl hanno incontrato gli operai della multinazionale che produce sacche per le trasfusioni di sangue e che dal primo agosto ha fermato la produzione nel sito ascolano, dando il via alla procedura di licenziamento per i 185 dipendenti. Un’assemblea dal clima particolare vista la spaccatura che si è consumata nei giorni scorsi tra le varie sigle sindacali: Cigl Fiom, Cisl Fim e Uil Uilm da una parte; Ugl, che però va forte della maggioranza nella Rsu, dall’altra. Una divisione al momento insormontabile tanto che mercoledì in Confindustria la trattativa con i rappresentanti dell’azienda avverrà su due tavoli separati. In sintesi, l’Ugl punta fortemente alla riattivazione dell’attività industriale, per la quale sembra che ci siano nuovi contatti con alcuni imprenditori disposti ad investire sul sito ascolano; Cgil, Cisl e Uil invece cercano di concentrare la trattativa sugli incentivi, pur non abbandonando l’eventualità di una riapertura della produzione.

PROPOSTA UGL. Ma nell’incontro di ieri l’Ugl ha voluto chiarrire con i lavoratori proprio gli aspetti legati agli accordi economici. «E’ stato erroneamente detto che non avevamo una proposta da fare all’azienda sul fronte incentivi — ha detto Serena Fanini componente Rsu-Ugl —. Invece noi chiediamo 50 mila euro lordi come buonuscita per tutti gli operai, più 15 mila euro per chiudere i contenziosi in atto e mille euro ciascuno per evitare che ne vengano aperti altri. Di fatto, è una proposta economicamente non troppo distante dalle altre, finalizzata ad ottenere tutti gli incentivi subito e non divisi mensilmente perchè pensiamo che possa dare più garanzie».

POMO DELLA DISCORDIA La spaccatura tra confederali e Ugl è arrivata in merito all’eventualità di un referendum per decidere se accettare o meno la proposta dell’azienda, attestata, secondo la Fanini, sui 250 euro lordi di incentivi al mese per tutta la durata degli ammortizzatori sociali. «Mancano ancora diversi giorni al termine del periodo di trattativa — spiega —, anche solo valutare quella che per noi è una proposta inaccettabile favorisce il gioco a ribasso dell’azienda». Nella linea portata avanti dall’Ugl rimane però centrale il discorso legato alla ripresa dell’attività. «Almeno per un anno — spiega — , chiediamo che i macchinari rimangano dove sono, per non scoraggiare eventuali imprenditori disposti a rilevare l’attività. Prospettiva per la quale siamo fiduciosi visto che si tratta di un prodotto che prevede un’alta specializzazione ed è particolarmente richiesto dagli ospedali italiani».

d.cant.