Odissea nella neve per l'ultimo abbraccio: lei arriva, lui muore poco dopo

Il figlio della donna: "Così sono riuscita a portarla da mio padre"

Vigili del fuoco ad Acquasanta Terme

Vigili del fuoco ad Acquasanta Terme

Acquasanta Terme (Ascoli Piceno), 23 gennaio 2017- Hanno percorso oltre due chilometri sulla neve per poter dare un ultimo abbraccio al proprio caro, che stava morendo in ospedale. La storia di Romolo Nespeca ha dell’incredibile ed è la testimonianza di come l’amore talvolta possa far superare anche le peggiori avversità, come quelle che molte famiglie hanno vissuto e stanno vivendo in questi giorni.

«La mattina di venerdì, quando ho saputo che le condizioni di mio padre, ricoverato in ospedale in seguito a una grave malattia, si stavano aggravando, non ci ho pensato su e sono andato a cercare di recuperare mia madre a Venamartello, frazione di Acquasanta – racconta Romolo –. La strada era completamente ostruita, c’erano le ruspe al lavoro ma ho capito che non ce l’avrebbero fatta a liberarla in tempo. Così ho deciso di avviarmi a piedi. Ho camminato per due chilometri, anche gattonando sulla neve, e dopo due ore e mezza ho raggiunto mia madre. Ho sperato in un intervento dell’elicottero, ma ormai era notte e non c’erano più le condizioni per volare. Allora io e mia madre ci siamo incamminati. Mia madre ha più di sessant’anni e per lei non è stato semplice. Ho cercato di farle strada provando a scavare un sentiero davanti a me e facilitarle il passaggio». 

«Dopo oltre due ore di cammino – prosegue Romolo – abbiamo raggiunto la ruspa, perché il ruspista ha creduto in me e mi ha voluto attendere, nonostante avesse anche lui l’ordine di rientrare. Ci ha accompagnato alla mia macchina, con la quale io e mia madre ci siamo diretti in ospedale, dove siamo giunti intorno alle nove di sera, giusto in tempo per consentire ai miei genitori di darsi un ultimo abbraccio. Poi, poco dopo la mezzanotte, mio padre è morto, tra le braccia di mia madre». Romolo ci racconta questa storia proprio poco dopo il funerale del padre, che è stato tumulato ieri pomeriggio a Centrale di Acquasanta; poi, con la voce rotta dalla commozione, aggiunge: «Se la ruspa fosse stata poco più distante, forse non ce l’avrei fatta. Quando sono giunto ero allo stremo delle forze. Ma a mio padre glielo dovevo».