Arquata, i terremotati bloccano la Salaria

Trattori e tavoli sulla consolare. “Siamo abbandonati, ora basta”

Tavolini e sedie in mezzo alla Salaria: è la protesta dei terremotati (Ansa)

Tavolini e sedie in mezzo alla Salaria: è la protesta dei terremotati (Ansa)

Arquata del Tronto (Ascoli Piceno), 1 aprile 2017 – Un trattore per bloccare le strade, ma anche un tavolo e le sedie per occupare la Salaria all'altezza di Arquata, nell''Ascolano, ma anche vicino ad Amatrice. E’ la protesta dei terremotati che sta bloccando una delle arterie principali arterie del cratere. «Rispettate il nostro dolore e le nostre promesse», «Non molliamo», «Arquata vive», «Arquata non muore» le scritte su striscioni e cartelli.

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Per dire «basta» sono scesi in strada in tanti e fin dalle prime ore del mattino: sono almeno duecento le persone che da Trisungo, sotto le rovine di Arquata, hanno aderito alla manifestazione nazionale dal titolo ‘La ri-scossa dei terremotati’ che si si svolge in contemporanea a Roma e nei vari luoghi colpiti dal sisma. Ma la gente continua ad arrivare. Oltre ai terremotati del luogo e di Acquasanta Terme ci sono delegazioni di Castelluccio, Cascia, Samugheo. Sul luogo polizia, carabinieri e polizia municipale.

«Il reale problema - spiega una coltivatrice di Torrita di Amatrice alle telecamere di Rainews24 - è che le nostre terre sono abbandonate dal 24 agosto. Si sta pensando a ricostruire scuole, cinema, ospedali. Ma il problema vero è lo spopolamento. Era importante far rimanere la nostra gente sul proprio territorio, perché sarebbe significato far ripartire il territorio». «Non si sta più parlando di viabilità - aggiunge una manifestante - Dobbiamo fare le strade altrimenti restiamo isolati. La gente non può raggiungere amatrice, ma come facciamo a far ripartire il territorio».