Morto all’Annunziata, gli amici: "La staccionata si è piegata all’indietro"

Il racconto dei testimoni chiave: "Non avevamo bevuto"

La staccionata che ha ceduto facendo cadere Edouard Egarov Capponi

La staccionata che ha ceduto facendo cadere Edouard Egarov Capponi

Ascoli, 25 ottobre 2016 - Udienza delicata ieri nel processo in corso davanti al giudice del tribunale di Ascoli Marco Bartoli che vede imputati tre dirigenti comunali e il presidente di Ascoli Servizi. Sono accusati, a vario titolo, di omicidio colposo in relazione alla morte di Edouard Egarov Capponi, il 26enne studente russo deceduto due giorni dopo essere caduto, la notte del 13 giugno 2013, al colle dell’Annunziata al termine di una festa universitaria. Imputati sono Maurizio Curzi responsabile del settore Parchi e Giardini del Comune, Paolo Ciccarelli, Tutela beni ambientali, Cristoforo Weldon, Assetto del territorio con competenza sui servizi di manutenzione dei parchi e giardini, e Fulvio Mariotti, in qualità di presidente (all’epoca dei fatti) di Ascoli Servizi Comunali. Della dinamica dell’accaduto sono stati chiamati ieri a testimoniare i due ragazzi che erano con Edouard quella maledetta notte. Le domande degli avvocati difensori, Marini, Natali, Massicci e Voltattorni, sono state soprattutto indirizzate a capire se è stato un incidente causato dal mero cedimento della balaustra in legno o se il giovane di origini russe è stato vittima di un gioco finito male. Per questo i legali degli imputati hanno insistito molto sul masso di grosse dimensioni (circa 120 chili) che era al fianco del corpo di Egarov dopo la sua caduta nella sottostante via Ricci.

«Ci siamo fermati nel vialetto per fumare una sigaretta prima di tornare a casa – ha raccontato Nicolò Celani - io ed Edouard eravamo appoggiati alla staccionata quando questa ha ceduto dal suo lato e il mio amico è precipitato». Il ragazzo non ha saputo ricordare se lui è riuscito a rimanere in piedi perché dal suo lato la staccionata non ha ceduto o se invece si è tenuto ad una pianta come invece ha riferito l’altro ragazzo, Alessandro Ranalli, che era di fronte a loro. Celani ha però ricordato che a terra, oltre al corpo dell’amico esanime, c’era il masso ma non c’erano schegge della balaustra di legno. «Quel masso non so come sia arrivato lì, ma non è comunque caduto con Edouard» ha detto Celani richiamato dal pm Di Berardino «a dire la verità». Ha assicurato che non erano alterati dall’alcol e che è stato lui, una volta raggiunto l’amico ferito, a chiamare i soccorsi, prima il 118 e poi altri presenti alla festa che saranno per altro sentiti il 12 dicembre insieme a tre carabinieri.

«La staccionata, priva della croce di Sant’Andrea al centro si è piegata indietro e Edouard, che vi era appoggiato, è caduto giù» ha detto l’altro teste, Alessandro Ranalli, aggiungendo di non ricordare con precisione «se il masso è caduto con lui» e nemmeno che Celani gli aveva riferito questa circostanza. Varie volte i legali della difesa hanno contestato ai due testimoni difformità fra quanto dichiarato ai carabinieri durante le indagini e quanto riferito invece ieri in aula. I due hanno spiegato che era dovuto all’agitazione e allo shock per quanto accaduto all’amico e che dunque è stato ieri che hanno ricostruito dal loro punto di vista correttamente la vicenda. Nel processo sono parte civile i familiari di Edouard assistiti dall’avvocati Bonanni. Si sono costituiti come responsabili civili il Comune di Ascoli (avvocati Formisani) e Ascoli Servizi Comunali (avvocato Aliberti).