Terremoto, la ragazzina coraggio. "Quante frottole dai politici"

Ha 13 anni: ecco la lettera letta davanti a Ceriscioli

SORRISI E RABBIA Fabiana Cortellesi con il padre Fabio

SORRISI E RABBIA Fabiana Cortellesi con il padre Fabio

Ascoli Piceno, 17 novembre 2017 - «Il mio desiderio più grande sarebbe rivedere i nostri luoghi come una volta, anche se so benissimo che è impossibile. Vorrei riavere tutto ciò che ho perso...». E’ un passo di una lettera che una ragazzina di 13 anni, terremotata, ha scritto in una lettera indirizzata a tutte le autorità e che è stata letta pubblicamente mercoledì in occasione dell’incontro ‘Fuori dal guado’ che si è svolto a Macerata alla presenza, tra gli altri, del presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli.

«Sono Fabiana Cortellesi, ho tredici anni e abitavo a Capodacqua, una frazione del comune di Arquata del Tronto. Il 24 agosto 2016 ho subito un trauma immenso: il terremoto. Ho sempre creduto di sapere cosa riguardasse il sisma e invece non sapevo proprio nulla! Non mi sarei mai immaginata che la mia vita potesse cambiare in un minuto così bruscamente e in poco tempo avrei perso tutto» ha scritto la giovane di Capodacqua che ora vive ad Ascoli e tutti i giorni va ad Arquata a scuola nella nuova struttura donata dalla fondazione Lo Specchio dei Tempi. «Il mio paese non c’è più, è tutto sotterrato dalle macerie che un tempo formavano le nostre case, a cui noi di Capodacqua eravamo tanto legati. La mia adolescenza dopo il terremoto la paragono alla ‘Selva Oscura’ di Dante Alighieri, un percorso buio, pieno di angoscia e sofferenza...». 

Dopo il sisma Fabiana, come molti altri, è stata un mese in tendopoli dove tanti politici si sono recati. «L’anno scorso i politici, coloro che in teoria dovrebbero rappresentare la nostra nazione, avevano promesso a noi terremotati che non ci avrebbero mai lasciato e avrebbero fatto in modo che la ricostruzione iniziasse da subito. Questo argomento – confessa Fabiana Cortellesi – è complicato per me, ma mi reputo abbastanza sveglia per rendermi conto di quante ‘frottole’ ci sono state dette pur di farci stare ‘calmi’. A parer mio siamo stati abbandonati da tutti, i nostri luoghi sono deserti e dimenticati dal mondo; mi rendo conto che la situazione è drastica, però caspita, sembra di essere nell’età della pietra!».

Fabiana si aggrappa alla speranza. «Il prossimo anno spero che la mia ‘Selva Oscura’ stia andando nel verso giusto, in modo che finalmente possa dire che qualcuno ha capito la mia rabbia e ha deciso di aiutarmi, questa volta per davvero. Ringrazio tutti voi per aver ascoltato queste parole e spero che sia chiaro il mio messaggio».