Fallimento Novico, gli ex dipendenti sfilano in aula

Quattro a processo: sono accusati a vario titolo di bancarotta fraudolenta dell'azienda di Campolungo

Lo stabilimento della Novico

Lo stabilimento della Novico

Ascoli Pieceno, 9 febbraio 2017 - E' attesa per il 28 giugno prossimo la sentenza del processo per il fallimento della Novico che vede imputate quattro persone accusate a vario titolo di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale dell’azienda che nello stabilimento a Campolungo produceva aghi e siringhe anche con lo storico marchio Ico. A giudizio sono andati Antonio Luigi Montagna, 57 anni di Lecce, amministratore di fatto della Novico, Giancarlo Bernardi, 56 anni, commercialista di Rimini, socio di Montagna, la formale amministratrice della Novico Rosaria De Felice, 62 anni, di Foggia, Marco Montagna 23 anni di Foggia, figlio di Antonio. Susanna Amicucci, 46 anni di Ancona e formale amministratrice della Ico Medical, in sede di udienza preliminare ha patteggiato ad un anno e mezzo di pena (sospesa). Nel processo sono parte civile i curatori fallimentari di Novico e Icomedical, Esperia e cooperativa Iside.

Il collegio del tribunale di Ascoli ieri ha ascoltato la testimonianza di due ex dipendenti citati dall’accusa, un addetto al magazzino e un impiegato amministrativo, chiamati a definire i ruoli di alcuni degli imputati e aspetti riguardanti la data di scadenza che veniva impressa sulle confezioni delle siringhe all’atto della produzione. I giudici hanno poi fissato due udienze, la prima il 10 maggio per completare l’esame dei testimoni e l’altra il 28 giugno per la discussione e quindi la sentenza. Secondo l’impianto accusatorio della Procura di Ascoli sin dall’inizio della loro gestione (ottobre 2008), Montagna e Bernardi avrebbero attuato una serie di operazioni che hanno portato alla spoliazione di gran parte del patrimonio attivo vantato all’epoca dalla Novico srl.

L’atto di maggiore rilevanza, il 27 ottobre 2008, è la cessione del ramo d’azienda della commercializzazione di siringhe monouso alla società Novico Medical Trading (oggi Ico medical), sempre riconducibile a Montagna e Bernardi. Un’operazione caratterizzata dall’inserimento, al valore irrisorio di 40.000 euro, di noti marchi storici della società, tra cui Ico, Icopiuma e Icogamma, a suo tempo acquistati per due milioni di euro.