Furbetti del cartellino, erano al bar invece di lavorare

Due dipendenti del Comune segnalate: non avrebbero timbrato prima di uscire

Il Comune torna al centro dell’attenzione per il caso dei cartellini. Sotto, una dipendente timbra (foto generica)

Il Comune torna al centro dell’attenzione per il caso dei cartellini. Sotto, una dipendente timbra (foto generica)

Ascoli, 9 febbraio 2017 - «Le due colleghe erano a fare colazione in orario di lavoro». Rischiadi riesplodere la guerra del cartellino in Comune. A pochi mesi dal termine del processo sull’assenteismo, che si è concluso con l’assoluzione per tutti i dipendenti coinvolti, giungono nuove segnalazioni. Non è chiaro se queste siano in qualche modo uno strascico del procedimento giudiziario o se si tratti di un’applicazione alla lettera di quanto previsto dalla recente normativa in materia, che impone ai dipendenti di denunciare eventuali forme di assenteismo da parte dei propri colleghi.

Fatto sta che, pochi giorni fa, una dipendente ha preso mouse e tastiera e ha scritto una mail a sindaco, segretario generale e dirigente del personale, per denunciare due colleghe che si trovavano al bar di fronte all’ufficio di piazza Arringo, a suo dire senza aver timbrato il cartellino per «bloccare» il tempo, quindi in pieno orario di servizio. Non solo, sempre nella mail si sarebbero fatti riferimenti al «malcostume» che regnerebbe all’interno di uno specifico settore del Comune.

Intanto, nei giorni scorsi, i cinque impiegati che hanno ottenuto l’assoluzione al precedente processo (l’accusa era di truffa allo Stato e danno patrimoniale, leggi sotto) hanno chiesto il rimborso delle spese processuali all’amministrazione di appartenenza.

Il Comune, però, avrebbe risposto con un no secco, rifiutandosi di pagare qualcosa come trentamila euro cadauno per i due gradi di giudizio che sono stati affrontati. Perché, secondo l’Arengo, il tratto di strada in cui si sarebbe «consumato» il reato, dove cioè transitavano i presunti «furbetti» del cartellino, non ricade all’interno del perimetro della sede comunale. Probabilmente, si arriverà a un accordo.

Nel frattempo, la segnalazione della presunta irregolarità è stata recapitata, come previsto dalla normativa, sul tavolo del dirigente competente, il quale è responsabile del comportamento dei propri sottoposti e quindi ha l’obbligo di controllare se ci sono stati comportamenti non consoni. L’Arengo ultimamente ha incrementato i controlli sugli impieagati e quindi ha immediatamente attivato tutti i procedimenti previsti.

E nel caso possono scattare diverse sanzioni: dal richiamo verbale a un’ammenda con decurtazione delle ore, fino al blocco di eventuali avanzamenti di carriera e (solo nei casi estremamente gravi) al licenziamento rapido.