"Giù le mani dai pantani di Accumoli" Nuovo rifugio, anche il Piceno si ribella

La meta gettonatissima tra gli escursionisti ascolani si trova a quasi 1600 metri di altitudine a confine tra Marche, Lazio e Umbria. Progetto per costruire una struttura di tre piani da 180 metri quadri l’uno. Cai e Legambiente: "Mazzata per il turismo sostenibile"

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Cementificare un paradiso naturale. Sta per accadere in uno dei luoghi di maggiore interesse ambientale del nostro territorio, a poco più di 30 chilometri dal capoluogo piceno: i pantani di Accumoli. La meta, gettonatissima tra gli escursionisti ascolani, è inserita all’interno di un’area dichiarata Sito di Importanza Comunitaria (Sic) e si trova a quasi 1600 metri di altitudine a confine tra Marche, Lazio e Umbria. Ora, quel luogo incastonato tra i Sibillini e i Monti della Laga, costellato da laghetti glaciali e popolato da cavalli e tori allo stato brado, è minacciato da un progetto dal valore di 850mila euro. Tre piani da 180 metri quadri l’uno andranno a costituire quello che nel progetto definitivo viene definito ‘rifugio montano’… in stile matrioska, visto che andrà a contenere esso stesso un rifugio. Stando a quanto si legge nel progetto, approvato dopo il protocollo d’intesa tra la Regione e il Comune di Accumoli, l’edificio in cemento armato disporrà di una camera doppia, una tripla, una quadrupla, 5 bagni, una cucina, una sala ristorazione, un locale per l’esposizione di prodotti tipici e, infine… un rifugio.

Come se non bastasse, per approvarlo è stato necessario modificare il piano regolatore generale, trasformando l’attuale zona agricola in una zona destinata ai servizi pubblici, con la conseguente espropriazione dei terreni a ben 20 proprietari. Stando alla delibera del consiglio comunale del primo aprile, la proprietà del ‘rifugio’ sarà del Comune. Tutto ciò ha provocato indignazione e la rabbia, soprattutto perché il progetto non è stato sottoposto ad alcuna Valutazione d’Incidenza Ambientale. È questa una delle motivazioni su cui poggia la petizione lanciata dal Cai, che finora ha già raggiunto oltre 4mila firmatari. "La questione è seria – spiega la presidente della sezione ascolana, l’avvocato Paola Romanucci –, abbiamo fatto un incontro con la Regione, esprimendo la nostra ferma opposizione. Si andrà a incentivare il turismo di massa, destinato ad eliminare quello sostenibile. Il progetto è una truffa: una struttura di 3 piani non è un rifugio e il fatto che ne conterrà uno è un trabocchetto. È come voler rilanciare il piccolo artigianato locale inserendo una bottega in un centro commerciale. Inoltre, gli usi civici, che tutelano i beni collettivi, devono essere conservati e questa è un’attività incompatibile con gli stessi".

Anche Legambiente Ascoli è sul piede di guerra: "È un palese tentativo di far passare per rifugio una struttura turistico-ricettiva – afferma il portavoce, Paolo Prezzavento –, trattandosi di opera pubblica, l’approvazione del progetto costituisce anche una variante al Prg che trasforma una zona agricola E2 in...non si sa bene cosa. Ci sono molti conflitti d’interesse. Un progetto definitivo di opera pubblica, per legge, non può essere approvato senza specifiche autorizzazioni, che non sono pervenute". Perplessità sorgono anche sulle definizioni: "La struttura è denominata rifugio, ma non risponde ai requisiti e nel progetto la destinazione ‘rifugio’ è indicata in un’unica stanza pari a meno del 5% della superficie totale".

Legambiente sottolinea anche che: "l’edificio sarà costruito su un pendio e prevede ingenti sbancamenti e opere di contenimento totalmente estranee al contesto paesaggistico, con un impatto altissimo sul delicato ecosistema. L’unica possibilità di realizzare il progetto (da rifare di sana pianta) sarebbe quella di dimostrare con dati e valutazioni la bontà della scelta. La proposta doveva essere accompagnata da studi sulla fruizione dell’area e valutazioni sull’incidenza dell’incremento del flusso turistico sugli ecosistemi".

Valeria Eufemia