Ascoli, i retroscena del coltello di Giuseppe Graviano

Il caso del boss al Marino: oggi l’udienza davanti al Riesame?

Giuseppe Graviano (Ansa, archivio)

Giuseppe Graviano (Ansa, archivio)

Ascoli, 12 giugno 2017 - Graviano temeva ritorsioni dopo i suoi colloqui con i magistrati di Palermo riguardanti i rapporti fra mafia e politica e/o a seguito delle intercettazioni in cui parla delle stragi degli anni ‘90 con un compagno di detenzione nel carcere di Ascoli, evocando Berlusconi? Domande che la Procura di Ascoli si pone dal 20 aprile quando in una intercapedine fra lo scrittoio e il muro della cella, le guardie speciali che sorvegliano il reparto destinato ai detenuti del 41 bis (il cosiddetto carcere duro) durante uno dei tre controlli settimanali hanno rinvenuto un coltello rudimentale.

Si tratta di una lama ben affilata di circa 12 centimetri, alta un centimetro e mezzo realizzata – secondo quanto trapela – col metallo di una bomboletta del gas di quelle che i carcerati utilizzano per alimentare i fornelletti da campeggio coi quali cucinano. L’impugnatura è stata fatta con del nastro isolante. Il boss della mafia siciliana nega ogni responsabilità, ma gli inquirenti non gli credono. È stato lui eventualmente a confezionare l’arma (ma come ha fatto visto che è controllato controllato a vista da telecamere?) o qualcuno (chi è perché?) gliel’ha fatta avere? Domande inquietanti.

Intanto è fissata per questa mattina davanti al tribunale del Riesame di Ancona l’udienza riguardante il ricorso presentato dal boss proprio contro il sequestro probatorio del coltello rudimentale. Proprio a causa di questo rinvenimento è stato immediatamente trasferito in altra struttura carceraria, a Terni. La Procura di Ascoli contesta a Graviano il porto abusivo di arma. Attraverso il suo legale, l’uomo si è opposto al sequestro del coltello. Le indagini sono in corso appunto per stabilire come sia arrivata l’arma nella cella della sezione di massima sicurezza del carcere ascolano dove era detenuto il boss mafioso.

Nessun commento dal carcere di Marino del Tronto, ma è chiaro che il mero rinvenimento dell’arma in una cella del 41 bisezione di massima sicurezza è di per sé testimonianza che qualcosa nei controlli è sfuggito e allora bisogna assolutamente capire cosa e come apportare correttivi alle procedure di sorveglianza. Oltre all’inchiesta della Procura di Ascoli, è quindi probabile che anche nella struttura carceraria a Marino sia scattata un’indagine da parte del dipartimento dell’amministrazione giudiziaria.