Ascoli, Hotel Rigopiano, i disperati sms di Paola sotto le macerie

Paola Tomassini, 46 anni, una delle vittime dell’hotel Rigopiano ha tentato disperatamente di telefonare e mandare messaggi whatsapp alla famiglia e ai soccorritori per 40 ore

Marco Vagnarelli e Paola Tomassini

Marco Vagnarelli e Paola Tomassini

Ascoli, 30 aprile 2017 - Non è morta sul colpo Paola Tomassini, 46 anni, una delle vittime dell’hotel Rigopiano. Lo dimostrano i messaggi whatsapp e le telefonate che la donna ha cercato inutilmente di far partire dal suo cellulare nelle 40 ore successive al crollo della struttura. Da quel momento, era il 18 gennaio, fino alla mattina del 20, Paola ha provato a scrivere ai familiari e ha più volte composto il 112: tutti tentativi purtroppo andati a vuoto, perché là sotto, in quel cumulo di macerie e ghiaccio, non c’era campo.

La scoperta, che avrà inevitabile impatto anche sulle indagini, è stata comunicata dagli inquirenti ai familiari della donna, originaria di Montalto e morta al Rigopiano insieme con il compagno Mauro Vagnarelli, 44 anni, di Castignano. I due sono stati ritrovati dai vigili fuoco la sera del 23 gennaio. Paola aveva in mano il cellulare, in cui sono rimasti memorizzate quelle telefonate e quei messaggi con richieste di aiuto e parole d’amore per la famiglia. Parole che purtroppo non sono mai arrivate a destinazione.

E’ di pochi giorni fa la notizia dell’iscrizione sul registro degli indagati di sei persone per omicidio colposo plurimo e disastro colposo in merito alla tragedia di Rigopiano, l’hotel di Farindola dove il 18 gennaio una valanga ha causato 29 morti. E i familiari delle vittime hanno accolto la svolta nell’inchiesta della procura di Pescara con «sentimenti altalenanti, tra la gioia e il dolore».

L'ultimo video di Paola Tomassini

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Per ora sono indagati per omicidio plurimo e lesioni colpose Antonio Di Marco, presidente della Provincia, Paolo D’Incecco, dirigente delegato delle Opere pubbliche, Mauro Di Blasio, responsabile della viabilità provinciale, Ilario Lacchetta, sindaco di Farindola, Enrico Colangeli, geometra comunale, mentre Bruno Di Tommaso, direttore dell’hotel, è indagato anche per violazione dell’articolo del codice penale che punisce l’omissione del collocamento di impianti, apparecchi o segnali destinati a prevenire disastri o infortuni sul lavoro. Gli indagati saranno interrogati a breve.