Niente laboratori e lezioni al freddo, gli aspiranti infermieri si ribellano

La rabbia degli studenti: "Situazione assurda"

L'aula durante una lezione

L'aula durante una lezione

Ascoli, 11 gennaio 2017 - Locali troppo freddi, assenza di un servizio mensa e di spazi idonei e attrezzati per lo svolgimento dei laboratori. A detta dei circa centoventi iscritti, tra primo e secondo anno, al corso di laurea in infermieristica dell’ Università Politecnica delle Marche con sede ad Ascoli, sarebbero queste solo alcune delle problematiche emerse in seguito al trasferimento dei corsi tra l’aula magna dell’ospedale ‘Mazzoni’ e l’auditorium della ‘Casa della Gioventù’.

Eppure la soluzione, dopo che la sede di Monticelli a causa del terremoto è stata chiusa per ragioni di sicurezza e dopo che per circa un mese e mezzo gli studenti sono stati ospitati nel palazzo congressi della Camera di Commercio, è sembrata essere la migliore agli occhi di chi l’ha trovata: sindaco Castelli, rettore Longhi e direttore dell’Area Vasta 5 Capocasa. Ma così in realtà non è. E allora, per far sentire la loro voce e mettere al corrente il Comune e l’università delle difficoltà con le quali giornalmente stanno seguendo le lezioni, gli studenti di infermieristica hanno organizzato per domani mattina, alle 9, alla ‘Casa della Gioventù’, un incontro con il sindaco di Ascoli, Castelli, e il rettore Sauro Longhi.

«Fino a che siamo stati alla sede congressi della Camera di Commercio – dice la studentessa Erica Simonetti – ci siamo trovati abbastanza bene. Ci siamo arrangiati per il cibo chiamando un paninaro e un servizio bar. Ma poi, da quando ci hanno mandato via da lì dove siamo stati fino al 23 dicembre, la situazione è molto peggiorata. Gli iscritti al secondo anno sono all’auditorium della ‘Casa della Gioventù’ dove non hanno banchi, il proiettore è lontano e soprattutto è molto freddo. Noi del primo anno, invece, siamo all’aula magna dell’ospedale Mazzoni dove è ugualmente molto freddo, non abbiamo né banchi, né stanze attrezzate per i laboratori e tanto meno un servizio mensa. Ci sarebbe pure la mensa, ma non avendo la convenzione non possiamo usufruirne».

In una nota firmata dal Comitato degli studenti di infermieristica, si sottolinea inoltre che «siamo impossibilitati a svolgere i laboratori per la preparazione al tirocinio clinico, rischiando che lo slittamento di quest’ultimo, insieme alle ore di lezione con frequenza obbligatoria già perse a novembre, ci porti inesorabilmente ad andare un anno fuori corso. Nonostante i disservizi non abbiamo mai ricevuto alcuna proposta di esonero o riduzione delle tasse universitarie, continuando a pagare cifre che si attestano tra i 1.000 e i 1.700 euro annui».

Ma le problematiche sorte in seguito al trasferimento di sede riguardano anche l’attività didattica. «Abbiamo perso a causa del terremoto – dice ancora Erica Simonetti – molti giorni di lezione che stanno cercando di farci recuperare facendoci fare lezione fino a metà febbraio. Ma è assurdo che l’università programmi le sessioni di esami per i primi giorni di febbraio. Come facciamo a sostenere gli esami se quando ci sono ancora non abbiamo terminato le lezioni? Noi paghiamo le tasse come gli studenti di Ancona e meritiamo lo stesso trattamento. Giovedì (domani ndr) vorremmo chiedere al sindaco Castelli di trovarci una valida soluzione per lo svolgimento dei corsi e per il servizio mensa. Soluzione che potrebbe anche essere quella di tornare alla Camera di Commercio dove ci eravamo organizzati. E al rettore, invece, che ci trovi una valida soluzione per lo svolgimento dei laboratori e degli esami. Anche oggi (ieri ndr) – conclude – ci hanno mandato via prima da lezione a causa della neve».