Luca, tifoso della Samb in coma, ora parla. "Voglio tornare a casa mia"

Ma non ricorda nulla di Vicenza

PAURA  Luca Fanesi trasportato in barella all’ospedale dopo gli scontri con la celere di Padova: è stato in coma per 15 giorni

PAURA Luca Fanesi trasportato in barella all’ospedale dopo gli scontri con la celere di Padova: è stato in coma per 15 giorni

Ascoli, 15 dicembre 2017 - «Chiama Massimiliano, digli di venire e portarmi a casa». Luca lo ha detto alla moglie Teresa ieri e stavolta non attraverso i gesti o il labiale ma con le parole. Luca Fanesi è tornato a parlare, ha riacquistato l’uso della parola dopo che i medici gli hanno tolto il tubicino immesso per la tracheotomia. Un ulteriore passo, un ulteriore miglioramento che fa ben sperare in un completo recupero dopo più di un mese di ospedale in cui il 44enne è stato anche sedato, in coma farmacologico, per giorni.

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I medici non hanno ancora sciolto la prognosi poiché attendono di effettuare l’ulteriore operazione – dovranno riposizionare uno sportellino cranico che gli era stato asportato nel primo intervento per far diminuire la pressione cranica -, ma hanno parlato di «buoni segnali». «Siamo sulla buona strada», questo hanno detto alla moglie Teresa e al fratello Massimiliano. Luca confonde qualche parola ma anche questo sarebbe nella norma, sempre secondo i medici. «Si confonde – racconta Massimiliano – ma solo dopo aver pronunciato qualche frase. E’ confuso, non sa cosa gli è successo e perché si trova in ospedale. Luca è convinto di stare ad Ancona, al Torrette, non sa di essere a Vicenza e quando gli ho raccontato cosa gli era successo per indurlo a ricordare, mostrandogli anche gli articoli di giornale, non mi ha creduto o forse non ci vuole credere».

LUCA ricorda tutto, ha anche riconosciuto i figli e li ha abbracciati già giorni fa, ma ha come rimosso quel 5 novembre. I suoi ricordi, la sua testimonianza saranno fondamentali ai fini delle indagini che al momento sembrano ferme. Il Tribunale di Vicenza difatti è blindato per il processo relativo alla Banca Popolare di Vicenza, molti fascicoli sono rimasti in sospeso così come quello aperto dalla Procura per rissa e lesioni sul quel 5 novembre. L’ultima mossa nelle indagini è relativa alla richiesta degli indumenti che Luca indossava quel giorno, indumenti che la Procura sta ispezionando probabilmente per avere conferma che quel ragazzo che si vede in un video e che cammina a mani alzate verso la Polizia sia davvero lui.

A giorni comunque Teresa dovrebbe poter accedere al verbale del Pronto soccorso del 5 novembre, quando Luca arrivò ancora cosciente e disse ai medici dell’urgenza di essere stato manganellato, frase che è contenuta nel verbale. Per martedì il giudice del tribunale di Ascoli ha difatti fissato l’udienza per la nomina dell’amministratore di sostegno nella persona della moglie Teresa così che possa compiere quegli atti ordinari che Luca in questo momento non può fare e quindi anche ottenere il verbale del Pronto soccorso.