Ascoli, 23 marzo 2017 - Ci sono anche due ascolani tra i leader dei Forconi che in tutta Italia ieri sono stati oggetto di una perquisizione domestica. Si tratta di due persone che abitano in vallata, ritenute appartenenti o comunque molto vicine a quello che è anche conosciuto come «Movimento 9 dicembre». Quel giorno del 2013 i militanti dei Forconi organizzarono una manifestazione di protesta nei caselli autostradali italiani, compreso quello di San Benedetto dell’A14. I manifestanti, molti dei quali precari e disoccupati, indossavano in alcuni casi dei giubbotti neri con un nastro tricolore al braccio.
Ma oltre a questa iniziativa, svoltasi nella nostra provincia senza incidenti ma con alcuni disagi al traffico, il movimento si è contraddistinto soprattutto per aver messo in atto una serie di azioni finalizzate a dare esecuzione al cosiddetto “ordine di cattura popolare”. Si tratta di un documento di 19 pagine, redatto da alcuni degli indagati, con cui si incitano i cittadini ad arrestare tutti i parlamentari, gli esponenti del governo e persino il presidente della Repubblica. Tale documento è stato consegnato in alcuni uffici di Polizia.
«C'è un evidente tentativo di sostituirsi allo Stato», ha detto il capo della Digos di Latina, Walter Dian. Perché è dalla città laziale, dove si concentra il nucleo più nutrito di militanti, che è iniziata l’indagine che ha portato all’esecuzione delle 18 perquisizioni. All’operazione hanno partecipato anche la Digos di Ascoli, Roma, Taranto, Como, firenze, Treviso e Campobasso.
Ieri mattina la polizia ha fatto irruzione nelle abitazioni dei leader dei Forconi, passando al setaccio computer, documenti e tutto il materiale che possa essere in qualche modo riconducibile alle attività portate avanti dal movumento.
I reati ipotizzati nell’indagine sono di associazione a delinquere finalizzata all’istigazione a delinquere e usurpazione di pubbliche funzioni. I soggetti coinvolti si sarebbero messi in evidenza anche per aver postato sui social network proclami di rivolta sociale e per aver partecipato a iniziative illegali, come il primo “tentativo di arresto popolare di un politico” a Roma, nei confronti del parlamentare di Forza Italia Osvaldo Napoli: arresto scongiurato dall’intervento di carabinieri e polizia.