Ascoli, picchia e violenta la compagna, condannato

Cinque anni e tre mesi a un 34enne. Il fatto più grave a giugno 2015

LA DENUNCIA La donna era stata anche minacciata

LA DENUNCIA La donna era stata anche minacciata

Ascoli, 2 luglio 2017 - Un'altra storia di violenza dentro le mura domestiche quella approdata davanti al tribunale di Ascoli dove un uomo di 34 anni accusato di violenza sessuale aggravata, lesioni personali gravi e diffamazione è stato condannato a 5 anni e tre mesi di carcere. Reati che avrebbe commesso ai danni di quella che all’epoca dei fatti era la sua compagna. L’uomo è stato giudicato dal Collegio presieduto dal giudice Bartoli (Giusti e Pomponi a latere), per rispondere delle accuse mosse contro di lui dal pubblico ministero Mara Flaiani che ha concluso la sua requisitoria finale chiedendo la condanna dell’imputato. Il fatto più grave sarebbe avvenuto a giugno del 2015.

Secondo l’impianto accusatorio basato sulla denuncia della donna e sulle testimonianze dei figli di lei, il suo compagno l’avrebbe trascinata nel bagno di casa, chiudendo a chiave la porta. All’interno, nonostante lei affermi di aver messo in atto molti tentativi per divincolarsi, scoppiando per altro in lacrime, l’uomo l’avrebbe costretta a subire un rapporto sessuale completo al quale lei non voleva invece sottostare. Per riuscire nel suo intento l’avrebbe anche picchiata, colpendola in varie parti del corpo, procurandole lesioni. Nel colpire la donna, l’uomo, difeso dall’avvocato Ivo Iachini, le avrebbe provocato lesioni che i sanitari hanno poi giudicato guaribili in 15 giorni. Si tratta di ecchimosi in varie parti del corpo.

«Sono accuse completamente false, non l’ho mai picchiata e nemmeno violentata, tanto più che quella sera c’era gente a casa quindi come avrei potuto?» si è difeso l’uomo. Che la coppia fosse in crisi era evidente e lo testimonia anche la frase che, in presenza di uno dei figli e di alcuni amici, lèuomo avrebbe pronunciato nei confronti della sua compagna che manifestava l’intenzione di lasciarlo, interrompendo quindi la relazione: «vai via da questa casa, ti ammazzo, ti violento anche in presenza dei tuoi figli», accompagnando le parole con vari epiteti nei confronti della donna. Nel processo hanno testimoniato i due figli della donna. Il più piccolo, poiché ancora minorenne è stato sentito a porte chiuse. La sorella più grande ha confermato le accuse, in particolare riguardo al fatto di aver visto la madre segnata in varie parti del corpo. Ha anche riferito di telefonate e sms che l’ex compagno della madre le inviava manifestando, alternativamente, l’intenzione di tornare con lei; in altri invece la insultava pesantemente.