Ascoli, ragazzina di 13 anni stuprata. La verità nel dna e nelle foto

Indagati i due nigeriani, è caccia al terzo extracomunitario

Tutto è nato dopo la denuncia della 13enne che ha raccontato di essere stata violentata nei giardini dietro viale De Gasperi il 23 ottobre

Tutto è nato dopo la denuncia della 13enne che ha raccontato di essere stata violentata nei giardini dietro viale De Gasperi il 23 ottobre

Ascoli, 16 dicembre 2017 - Procede a passi decisi l’inchiesta che vede due giovani migranti nigeriani accusati di violenza sessuale nei confronti di una ragazzina ascolana di soli 13 anni. Alla perizia tecnica sui telefonini si aggiunge ora un accertamento tecnico irripetibile che riguarda i reperti biologici che verranno analizzati a partire dal 22 dicembre, quando l’incarico verrà affidato dalla Procura di Ascoli al medico legale Adriano Tagliabracci. All’anatomopatologo verrà chiesto di estrapolare profili di dna dagli indumenti della ragazzina consegnati alla poilizia lo scorso 23 ottobre, su quelli sequestrati ai ragazzi il 10 novembre, e su eventuali tracce di liquido seminale sui tamponi prelevati alla giovane ascolana quando venne sottoposta, dopo la denuncia, a visita ginecologica. I rispettivi profili di dna verranno poi comparati con i profili biologici che estrapolati dai tamponi utilizzati per il prelievo di saliva della 13enne e dei due nigeriani.

All’accertamento presenzieranno l’avvocato Umberto Gramenzi che assiste i due indagati e la collega Annalisa Corradetti, alla quale si è affidata la famiglia della ragazzina. Carabinieri e polizia stanno intanto svolgendo accertamenti sui tre telefoni cellulari che sono stati sequestrati, quello della giovane e dei due rifugiati politici, Christopher Ehikhebolo e Patrick Boi. Un’operazione che punta l’attenzione sulle fotografie e sui messaggi che i tre si sono scambiati dall’1 maggio 2017 in poi che possono avere rilevanza probatoria nella delicata inchiesta che coinvolge un altro soggetto extracomunitario che avrebbe anche lui abusato della ragazzina, ma che al momento non è stato individuato. Entrambi i nigeriani erano ospiti dell’Oasi di Carpineto che accoglie i rifugiati. Sono accusati di violenza sessuale di gruppo su minorenne in relazione ai rapporti sessuali che avrebbero avuto con la ragazzina a ottobre, tenendola ferma, mentre lei gridava che non voleva stare con loro. Ehikhebolo deve rispondere anche di atti sessuali su minorenne per gli altri episodi.