Ascoli, sotto accusa per il ricatto hard. La procura chiede il processo

Avrebbe estorto ventimila euro all’amante per il silenzio

Amanti in una foto d'archivio

Amanti in una foto d'archivio

Ascoli Piceno, 24 febbraio 2018 - Lei dice di essere stata ricattata dall’amante per non raccontare al marito la loro tresca. Lui la tresca non la nega, ma respinge l’accusa di aver cercato di estorcerle soldi e lo ha detto a chi indaga. Per la Procura però le sue parole non sono sufficienti per fare di lui un innocente per cui il sostituto procuratore Cinzia Piccioni ha chiesto che finisca sotto processo per l’accusa di estorsione. Sulla richiesta di rinvio a giudizio si pronuncerà dunque il giudice delle udienze preliminari il 26 giugno.

L'accusa. Dopo la lunga relazione la donna ha denunciato il suo amante che le avrebbe chiesto in più occasioni soldi dietro la minaccia di rivelare la relazione al marito. Temendo di vedere rovinata la serenità della famiglia visto che il marito non sapeva nulla dei suoi tradimenti, la donna comincia ad assecondare le richieste economiche dell’amante. Secondo il suo racconto, però, le richieste si sarebbero ripetute, tanto che nel tempo dice di essere stata costretta a versare ventimila euro. Per cui alla lunga lo ha denunciato.

La difesa. «Non l’ho mai ricattata, mai visti tutti quei soldi che dice di essere stata costretta a consegnarmi dietro la minaccia di raccontare al marito la nostra storia. Una sola volta le ho chiesto cortesemente un prestito di cento euro per pagare l’affitto. Il resto è tutto inventato». Questa la difesa dell’indagato in occasione dell’interrogatorio al quale è stato sottoposto in Procura alla presenza del suo legale, l’avvocato Umberto Gramenzi. «Siamo stati amanti per tanti anni. Non è stata solo una relazione sessuale, ma anche sentimentale, con la famiglia all’oscuro di tutto, e mai l’ho ricattata, assolutamente mai» ha fatto mettere a verbale il 46enne che ha raccontato di un episodio in particolare.

«Una volta è successo che avevo difficoltà a pagare l’affitto di casa e allora le ho lasciato sotto il tergicristallo dell’auto un bigliettino con su scritto «per favore amore mio, prestami cento euro, ne ho bisogno». Figuriamoci se uno che deve fare un ricatto lo mette perfino per iscritto lasciando il biglietto in bella vista» ha obiettato l’uomo. Per il pm Piccioni la difesa non è credibile, per cui ha chiesto il processo per l’indagato accusato di estorsione. Richiesta su cui il gup Rita De Angelis s pronuncerà il 26 giugno.