San Benedetto, incinta le si rompono le acque. Ma l’ambulanza non può passare

Paletti e catene sistemati dall’Erap chiudono il vialetto, allarme già lanciato dai residenti di via Gronchi

L’ambulanza  non è potuta entrare nel vialetto

L’ambulanza non è potuta entrare nel vialetto

San Benedetto del Tronto (Ascoli), 23 gennaio 2018 - Le si rompono le acque mentre è a casa, ma non c’è nessuno che possa accompagnarla in macchina all’ospedale. Così la madre di Giorgia, una ragazza sambenedettese al nono mese di gravidanza, chiama il 118, ma l’ambulanza deve fermarsi a qualche decina di metri dal portone lungo via Gronchi, perché dei paletti e una catena con tanto di lucchetto impediscono l’accesso ai mezzi nello spiazzo tra i palazzi dell’Erap, anche quelli di emergenza.

È successo nella tarda mattinata di ieri nel quartiere Agraria, dove i residenti da oltre un mese chiedono all’ente regionale di edilizia pubblica di poter avere almeno una copia della chiave, proprio per casi come questo. «Mia figlia ha rotto le acque e l’ambulanza non ha potuto caricarla davanti al portone per via di quei paletti e se l’è dovuta fare a piedi, io non ho parole, qua è un casino» – spiega la signora Francesca, la madre di Giorgia che con lei vive al secondo piano della palazzina di via Gronchi. La signora è piuttosto agitata e ci dice solo poche parole prima di correre in ospedale a vedere come sta Giorgia. A quel punto arriva un altro dei residenti delle case popolari, Umberto Paolini, meglio noto in città col soprannome de ‘lu Beccio’. Era stato lui tra i primi, dopo la chiusura del piazzale avvenuta lo scorso 22 novembre, a segnalarci la situazione di potenziale pericolo per questa chiusura, che non frena solo le auto, ma anche i mezzi di emergenza. «Purtroppo i nostri allarmi si sono rivelati fondati - dice Paolini -, quella di oggi è stata la prova che serve una sbarra da poter aprire solo per il carico e scarico e per le emergenze, prima che ci scappi il morto».

L’Erap di Ascoli Piceno da parte sua ha risposto ai condomini posizionando un cartello in cui si parla di lavori in corso: «Ma qui i lavori non si vedono, e non si capisce bene quale sia il problema - si domanda Paolini - ci hanno detto solo che il divieto è stato messo per una questione di sicurezza, che la pavimentazione è a rischio crollo e i paletti non si possono togliere». Dopo anni e anni di sollecitazioni da parte dei mezzi parcheggiati sulla piazza, per scongiurare incidenti è arrivata quindi la chiusura definitiva a fine novembre. Ma da quel giorno si sono registrate altre criticità ricorda Paolini: «Qualche settimana fa per far uscire di casa un disabile obeso sono dovuti arrivare addirittura i pompieri con l’autoscala e anche loro si sono dovuti parcheggiare in via Gronchi. E se ci fosse un incendio? «In quel caso qualcuno si dice già pronto a spezzare le catene».