Terremoto un anno dopo, Capodacqua gira le spalle ai politici. "Il borgo dimenticato"

Il rispetto per le vittime ha prevalso sulla rabbia prima, durante e dopo la messa a Pescara del Tronto

Terremoto un anno dopo, Capodacqua gira le spalle. "Il borgo dimenticato" (LaBolognese)

Terremoto un anno dopo, Capodacqua gira le spalle. "Il borgo dimenticato" (LaBolognese)

Arquata del Tronto (Ascoli Piceno), 25 agosto 2017 - La rabbia verso chi è arrivato c’èra ed era forte, ma è stata nascosta da qualcosa di più forte: il rispetto per chi non c’è più. I cittadini di Arquata nella giornata di ieri hanno vissuto un dualismo di sentimenti. La messa in ricordo dei propri cari ha placato, tenendo a bada, la rabbia nei confronti dei politici (FOTO) arrivati per la celebrazione, considerati colpevoli di una errata gestione post-sisma (FOTO e VIDEO). Per questo alle cariche dello Stato, in particolar modo alla presidente della Camera Boldrini, nessun applauso è stato regalato. Ma nemmeno, per quanto già detto, fischi.

image

E così, tra qualche stretta di mano e alcuni abbracci, l’unica forma di protesta concretizzata è stata messa in atto da alcuni residenti di Capodacqua che, al passaggio della presidente e dell’ormai ex commissario Errani, si sono voltati mostrando le proprie spalle.

Proprio il comitato Capodacqua Viva nelle scorse ore aveva inviato una lettera alla terza carica dello Stato: «Con lei parlammo di moduli abitativi provvisori, di rimozione delle macerie e di mantenere l’unità del paese. Ma dopo un anno il nostro borgo non ha avuto le casette e le uniche macerie tolte sono quelle del tempietto adottato dal Fai». Ancora il portavoce Angeletti: «Coloro che risiedono qui non hanno alcuna prospettiva di un appoggio, sebbene molte associazioni come gli Alpini ne abbiano donati alcuni. E a cosa serve fare la spola dalla costa a qui per coltivare gli orti se nemmeno le richieste più semplici come raccogliere l’immondizia di un anno vengono esaudite?». 

image

Per il resto solo alcuni confronti piuttosto diretti con chi cercava, ad un anno di distanza, ulteriori promesse: «E’ stato fatto troppo poco, se non ci fate tornare prima possibile qui finisce tutto» è la richiesta di una donna. Ma poi, quando le auto blu si preparavano ad imboccare la Salaria, la rabbia faceva capolino nonostante la poca voglia di esternarla: «Oggi ricordiamo i nostri morti – spiega un signore –, eppure sono riusciti a fare la loro passerella anche stavolta. Ho visto troppi sorrisi per questo tipo di giornata». 

C’è poi chi la prende con un’amara ironia: «L’altro giorno, prima dell’arrivo di Mattarella, hanno prontamente sistemato le aiuole. A questo punto spero vengano ogni due settimane, almeno i lavori vanno avanti». Prima dell’incontro privato con i rappresentanti del comitato ‘Pescara (r)esiste’ anche la stessa Boldrini si era smarcata da ogni dichiarazione pubblica. Alla domanda se si poteva fare di più in questi dodici mesi di post-sisma ha detto: «Oggi vige il silenzio. Ho invitato chiunque voglia parlare con me a Montecitorio. Presto renderemo nota la data». Tuttavia il pessimismo dei comitati locali prosegue. Al termine dell’incontro sono emerse le richieste presentate alla presidente: «Una figura centrale di riferimento che succeda ad Errani e maggiori risorse da dedicare alla micro zonazione sismica, dato che gli stessi geologi ci hanno detto essere davvero insufficienti».

e. p.

image