Terremoto, casette ad Arquata del Tronto. Petrucci. "I difetti ci sono, chiamate ignorate"

L'ira del sindaco. "I boiler sui tetti esplodono per il freddo, i comignoli bassi rischiano di essere sommersi dalla neve". In arrivo un numero verde

Il premier Gentiloni, Andrea Della Valle e il sindaco di Arquata, Aleandro Petrucci

Il premier Gentiloni, Andrea Della Valle e il sindaco di Arquata, Aleandro Petrucci

Arquata del Tronto (Ascoli Piceno), 24 dicembre 2017 - «Le proteste per le casette? Beh, ne arrivano praticamente ogni giorno. E in certi giorni davvero tante». Aleandro Petrucci è un sindaco in prima linea per sua inclinazione e anche perché ora la situazione lo costringe a esserlo. La sua Arquata si sta lentamente ripopolando grazie all’arrivo degli abitanti delle casette, e gli amministratori si ritrovano loro malgrado a fare da parafulmine. Le cose erano andate bene con le prime Sae (soluzioni abitative d’emergenza): quelle installate nella frazione di Pescara del Tronto, infatti, non avevano dato grandi problemi. I guai veri sono cominciati nelle aree di Borgo 1 e Borgo 2.

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Sindaco Petrucci, ma allora queste casette sono idonee per zone di montagna come Arquata? «Guardi, io non sono un tecnico e non vorrei dire cose che non mi competono. Però certi problemi sono evidenti e i miei montanari li vedono».

Cosa, per esempio? «Beh, è evidente che mettere i boiler sopra i tetti ha poco senso. Con le basse temperature si congelano e addio acqua calda. Oppure esplodono, come è successo da noi e anche altrove».

E poi? «Qua la gente è preoccupata per i tetti che non sono spioventi. Se dovesse arrivare neve fino a due metri e mezzo come l’anno scorso, non so come andrà a finire. Ma questo lo scopriremo».

L’altro problema è stato quello dei comignoli, giusto? «Sì, li hanno fatti troppo bassi, con la conseguenza che basterebbe anche non troppa neve per ricoprirli. Ora li stanno rialzando».

Ma i lavori per rialzarli hanno poi causato le infiltrazioni d’acqua. «Sì, è successo in diversi casi».

Gli altri difetti? «Ce ne sono diversi, anche ai sanitari. La gente ci segnala di tutto. Per carità, una cosa va detta: le casette sono dignitose, ma i problemi sono all’ordine del giorno».

Voi che soluzioni proponete? «Per i boiler credo che debbano essere isolati, in modo tale che le temperature rigide non possano fare danno. O devono essere staccati completamente e riattivati a primavera». 

Ma di fronte alle vostre segnalazioni, gli interventi ci sono stati? «Per la verità all’inizio manco ci rispondevano».

Ora invece? «Adesso la situazione è cambiata, credo anche in conseguenza del fatto che le notizie sono finite sui giornali».

E la Protezione civile? «Abbiamo fatto presente la situazione e ci hanno assicurato provvedimenti. Hanno detto anche che attiveranno un numero verde a disposizione dei terremotati. Sennò qui ci massacrano con le telefonate. È un continuo, tra problemi di luce, riscaldamento, boiler e via dicendo. Io ho cercato di delegare il mio vice, ma è dura per tutti».

Quante casette mancano ad Arquata? «Ne sono arrivate 190 su 205, quindi siamo a quindici dal traguardo».

Organizzate qualcosa di particolare per il Natale? «No, e per un motivo preciso. Le gente accoglierà i parenti nelle casette per queste feste. Vogliono la loro intimità e noi non possiamo rovinarla. Le dico un’altra cosa legata alle casette, anche se in questo caso i problemi progettuali non c’entrano. La gente di quassù, specie gli anziani, era abituata al fuoco, al caminetto. E ora nelle casette ne sentono la mancanza. Soprattutto adesso che è Natale».