Pescara del Tronto, i residenti: "Tolgono le macerie solo perché arriva Mattarella"

Tra le casette che accolgono gli sfollati c’è malumore

Terremoto, macerie a Pescara del Tronto (foto LaBolognese)

Terremoto, macerie a Pescara del Tronto (foto LaBolognese)

Ascoli, 30 luglio, 2017 - E’ stato il giorno della festa per Pescara del Tronto, dove si è celebrato un matrimonio, ma anche di polemiche. Tra le casette che accolgono gli sfollati c’è malumore. Il paese non c’è più e il pensiero che in quelle casette la gente dovrà passare molti anni li spaventa drammaticamente.

«Sono indignato – dice per esempio Domenico Leonardi –, sta per arrivare Mattarella e allora sono tutti corsi ai ripari, stanno sistemando gli spazi verdi e cercando di dare una parvenza di decenza a questi posti. Ci hanno fatto entrare in queste casette senza nessun collaudo, senza testare gli impianti, alcuni impianti non funzionano, non riusciranno a sopportare la neve e il freddo di queste zone. Stanno sgomberando le macerie dalle strade perché arriva il presidente della Repubblica, ma quando libereranno i paesi? Ormai è trascorso un anno. Ci sono molte cose che non vanno. Siamo soli e amareggiati. In questi giorni stupisce il caso dei contributi per i lavoratori autonomi, pensate che ho presentato la domanda, ma sono in attesa di risposte. Eppure io non ho più una casa».

Anche Domenico Pala, l’ex sindaco, non fa sconti: «Alcune persone a Colle e Spelonga stanno rientrando nelle loro case dopo le proteste, ma se le case erano agibili perché continuare a pagare per lasciarli in albergo? La gestione dei fondi non funziona. I soldi vanno spesi per ricostruire le abitazioni».

Vinicio Paradisi è indignato: «Parlano ancora di microzonizzazione, quanti mesi sono trascorsi? Solo adesso spostano le macerie, dopo un anno».

Dino Filipponi e Franca Michetti non riescono ancora a pensare di ritornare: «Siamo troppo spaventati – dichiarano –. Siamo tornati nelle nostre case per cercare di recuperare alcune cose preziose e non le abbiamo più trovate. Siamo sfiduciati, abbiamo perso tutto e purtroppo ci sono poche speranze, qui non ha funzionato nulla».

m. g. l.