Terremoto, la nostra proposta: derby del cuore Ascoli-Samb

Una partita di solidarietà per le popolazioni ferite dal sisma SPECIALE: FOTO E VIDEO - IL CONTO CORRENTE PER AIUTARE LE VITTIME

I tifosi della Samb (Sgattoni) e dell'Ascoli (La Bolognese)

I tifosi della Samb (Sgattoni) e dell'Ascoli (La Bolognese)

Ascoli Piceno, 30 agosto 2016 - Un derby per cambiare la storia. Delle zone colpite dal terremoto (foto e video), per una piccola ma significativa parte, ma anche delle tifoserie di Ascoli e Samb. Un derby per le popolazioni ferite dal sisma: questa è la proposta che Il Resto del Carlino gira ai presidenti Bellini e Fedeli oltre che alle amministrazioni comunali e, naturalmente, ai supporter bianconeri e rossoblù.

Senza rinunciare allo spirito di appartenenza, alla sana rivalità e all’orgoglio di essere ‘gente di mare’ e ‘figli di Ascoli’, i supporter (e più in generale tutto il territorio, inclusi pallonari e non) avrebbero l’occasione, per certi versi storica, di dimostrare il proprio spessore all’Italia calcistica intera. Non solo dal punto di vista strettamente concreto-numerico ma anche, e soprattutto, morale. Cosa che è già emersa tra le macerie di Arquata e che, nell’eventualità dovesse essere giocata la partita, potrebbe trovare conferma con il supporto di una concretissima offerta da destinare alle aree ferite dal sisma.

Ascoli-Samb, infatti, potrebbe potenzialmente richiamare allo stadio un pubblico numerosissimo, da cui ricavare una somma decisamente importante, soprattutto eliminando pass e permessi. La redazione del Resto del Carlino lancia questa proposta, ma naturalmente per la sua realizzazione, prima ancora che la volontà dei due sindaci, sono imprescindibili due fattori: che le due tifoserie siano d’accordo e che l’emergenza nelle zone colpite dal sisma entri in una fase più controllata. La gara, infatti, potrebbe essere disputata solo compatibilmente con le priorità e il lavoro di forze dell’ordine e soccorritori. 

‘Chi osa vince’ recitava uno striscione della curva Sud del Del Duca in una delle coreografie più belle della storia recente del Picchio. Oggi, a distanza di qualche anno, quel messaggio affidato a un rotolo di carta di cinquanta metri (per un Ascoli-Juve) può trasformarsi in un nuovo invito per tutta la provincia. Una provincia che nella gara per la solidarietà per le popolazioni terremotate in realtà ha già vinto, muovendosi unita e compatta, dall’entroterra al mare, per una stessa causa.

Campanilismo, acredine e rivendicazioni, che a volte si traducono in comportamenti sopra le righe ad opera di pseudotifosi dell’una e dell’altra parte, sono passati in secondo se non in terzo piano in nome di qualcosa che sta ben al di sopra: la vita. E, forse, chi durante l’anno si muove per provocare, fare opere di vigliacco vandalismo e offendere gratuitamente, in nome dell’una o dell’altra bandiera, davanti all’immane lavoro realizzato dagli ultras dell’Ascoli con il supporto di quelli di Samb, Ancona e di tante altre realtà regionali e nazionali, si è fermato a riflettere.

Chi è pronto a mettere a rischio la vita degli altri nell’intento di affermare il proprio credo calcistico, probabilmente, ha avuto (almeno) un attimo di smarrimento davanti a chi ha messo a repentaglio se stesso partendo da Ascoli per precipitarsi sul luogo del sisma a tirare fuori i corpi dalle macerie, con le scosse di assestamento ancora in corso e le case pericolanti sopra la testa. 

Questa, insomma, può essere un’opportunità per tutti. E il male, già sconfitto in tutte le storie di vita e di speranza che lentamente stanno emergendo come sopravvissuti dalle macerie, può essere battuto ancora una volta. Appunto, ‘osando’. La palla a voi.