Ascoli Piceno, rivendevano sul web gli aiuti per i terremotati

La finanza ha denunciato due truffatrici che raccoglievano oggetti e denaro attraverso una pagina Facebook

La consegna da parte del capitano Giovanni Gualtieri a don Alessio Cavezzi

La consegna da parte del capitano Giovanni Gualtieri a don Alessio Cavezzi

Ascoli Piceno, 26 settembre 2017 - Avevano creato una pagina per raccogliere aiuti alle popolazioni colplite da terremoto. Ma poi quegli oggetti che arrivavano da tutta Italia, spediti da gente di cuore, finivano rivenduti su siti online. L’operazione della Finanza che li ha smascherati si chiama “Mamme di Facebook” è partita da monitoraggio del gruppo “Tutti uniti ancora una volta”.

Le promotrici sono due donne ascolane, una di Spinetoli – già nota per precedenti truffe – e l'altra di Ascoli città: si facevano spedire e poi rivendevano su piattaforme e-commerce come “Shpock” e “Subito.it” beni di ogni genere, fra cui scarpe vestiti, articoli per la pulizia della casa, aspirapolveri, materiale scolastico, giocattoli, medicinali, coperte e beni di stretta necessità. Le due donne sono state denunciate.

Parte dei beni che le due presunte truffatrici non erano ancora riuscite a vedere sono state recuperate dai Berretti Verdi che hanno sequestrato anche personal computer, materiale informatico, telefoni cellulari e carte “Postpay” sui cui sono transitate somme incassate dalle vendite e soprattutto donazioni versate dagli ignari benefattori vittime della truffa.

Il materiale donato dagli italiani è stato donato alla Caritas Diocesana, nella persona del direttore don Alessio Cavezzi, che, finalmente, lo userà davvero per aiutare chi ha bisogno.