Crollo della palestra a Villa Pigna, due ascolani tra gli indagati

Sono il progettista e il collaudatore: ecco gli esiti dell'inchiesta sul crollo della struttuta polivalente di Villa Pigna di Folignano avvenuto il 17 gennaio

Il tetto della palestra di Villa Pigna venne giù nella notte del 17 gennaio, nei giorni delle nevicate

Il tetto della palestra di Villa Pigna venne giù nella notte del 17 gennaio, nei giorni delle nevicate

Ascoli, 9 aprile 2017 - L’indagine sul crollo del tetto della struttura integrata polivalente di Villa Pigna di Folignano avvenuto il 17 gennaio scorso durante la nevicata ha già portato all’evidenza dei carabinieri e quindi della magistratura alcuni aspetti critici riguardanti, in particolare, il rispetto del progetto, ma anche per quanto riguarda la scelta dei materiali che sono stati utilizzati. Per questo il sostituto procuratore della Repubblica di Ascoli Umberto Monti all’esito delle indagini dei nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Ascoli ha individuato quattro figure sulle quali concentrare l’inchiesta aperta dopo il crollo del 17 gennaio per l’ipotesi di reato di reato di disastro colposo.

Al registro degli indagati sono stati iscritti Riccardo Adamoli, 57enne ascolano, in qualità di progettista e direttore dei lavori, Emidio Cinesi, 63 anni, di Ascoli, nella veste di collaudatore dell’opera. Indagati anche i titolari delle due ditte che hanno eseguito i lavori, Gaetano Storace, 86 anni, di Villa Ricca in provincia di Napoli e Bernardo Santonicola, 52 anni, di Agri in provincia Salerno. «Siamo assolutamente tranquilli poiché ci siamo fatti un’idea sul perché il tetto è crollato e perché sono stati lesionati i pilastri di cemento. Cause che non hanno nulla a che vedere col progetto» commenta l’avvocato Mariano Nardi che assiste l’ingegnere Adamoli.

Il legale ha partecipato venerdì mattina all’ispezione in contraddittorio nella struttura danneggiata, durante la quale sono stati prelevati materiali dell’immobile: pezzi di cemento, ferro, bulloni, etc. Saranno oggetto di una perizia che il pm Monti ha affidato a due consulenti tecnici di Perugia. «All’esito di questa perizia presenteremo una memoria difensiva nella quale spiegheremo quali per noi possono essere state le cause del cedimento, al quale l’ingegnere Adamoli è del tutto estraneo» aggiunge l’avvocato Nardi. Sulla tempistica ancora non ci sono certezze. «I periti nominati dalla Procura hanno detto che ci faranno sapere, per cui non resta che aspettare la conclusione dei loro accertamenti». Adamoli ha nominato quale suo consulente tecnico l’ingegnere strutturista Roberto Gelardini di Teramo. «La cosa importante è che al momento non sono state fatte contestazioni all’ingegner Adamoli, per cui siamo tranquilli. Non c’è a nostro avviso un problema di progettazione dell’opera attribuibile al mio assistito» conclude Nardi.