La picchia e la stupra in stazione, poi ci prova con un’altra donna

Due condanne per violenza sessuale: dovrà scontare 10 anni e 7 mesi

Violenza

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Ascoli, 19 ottobre 2016 - Dovrà scontare dieci anni e sette mesi di carcere Ahmed Benhaid, marocchino di 44 anni, al quale nei giorni scorsi è stato notificato il provvedimento di esecuzione della pena emesso dalla Corte d’Appello dell’Aquila che comprende in particolare due condanne per le violenze sessuali perpetrate ai danni di una donna della vallata del Tronto nei pressi della stazione ferroviaria di San Benedetto e un’altra violenza nei confronti di un’altra donna, un’ascolana, a Pescara.

Alle due condanne per reati a sfondo sessuale si è aggiunta una terza a cinque mesi dalla Corte d’Appello di Messina per violenza e minaccia. L’uomo ha già iniziato a scontare nel carcere di Chieti il residuo di pena (è detenuto da circa due anni e mezzo) che lo terrà in carcere fino al 15 settembre del 2023, tenuto conto dello sconto, già calcolato, di 420 giorni complessivi di liberazione anticipata. Il marocchino era stato accusato di aver violentato una donna di Ascoli Piceno la sera del 4 gennaio 2013 alla stazione ferroviaria di Pescara e averle rubato una piccola somma di denaro e un telefonino.

In primo grado Benhadi era stato condannato a sei anni dal tribunale di Pescara. Il suo legale, l’avvocato Umberto Gramenzi, ha proposto appello davanti alla Corte dell’Aquila che ha ridotto la sua pena a cinque anni e un mese di reclusione. Un fatto che ha avuto origine dalla denuncia della 30enne di Ascoli che ha riferito ai carabinieri di essere stata portata in un immobile isolato nei pressi della stazione di Pescara e qui violentata da Benhadi, mentre un altro soggetto, non identificato, la teneva ferma. L’altro caso è invece accaduto nei pressi della stazione ferroviaria di San Benedetto il 10 gennaio 2013, pochi giorni dopo il primo caso di violenza sessuale. Il giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Ascoli Rita De Angelis in primo grado ha condannato Benhadi a cinque anni di carcere ritenendolo responsabile di violenza sessuale, lesioni personali e rapina; venne invece assolto per il reato di sequestro di persona.

Secondo l’accusa, la donna, residente in provincia di Ascoli, quella sera venne intercettata nei pressi della fermata dell’autobus alla pineta Paolini, vicino alla stazione; l’uomo la portò in una zona buia e, dopo averla picchiata, tentò di violentarla strappandole i vestiti di dosso. Lei riuscì però a liberarsi e a fuggire. Benadi fu fermato poco dopo dagli agenti del commissariato di San Benedetto in un kebab della città rivierasca; in tasca aveva ancora il telefonino della vittima. In Appello la pena era stata ridotta a cinque anni e due mesi.