Delitto di Melania, a febbraio Parolisi giocherà l’ultima carta

Fissata l’udienza in Cassazione a carico dell’ex caporalmaggiore condannato a 30 anni per l’omicidio della moglie. Dal carcere l'imputato respinge l'accusa di vilipendio di cadavere

Salvatore Parolisi, condannato per l’omicidio della moglie, Melania Rea (Foto Labolognese)

Salvatore Parolisi, condannato per l’omicidio della moglie, Melania Rea (Foto Labolognese)

Ascoli Piceno, 28 luglio 2014 - E' stata fissata al 10 febbraio 2015 l'udienza in Cassazione a carico di Salvatore Parolisi, l'ex caporalmaggiore dell'Esercito di stanza al 235esimo Reggimento Piceno condannato in Appello a L'Aquila a 30 anni per l'omicidio della moglie Melania Rea.

In primo grado, nel processo con rito abbreviato condizionato, Parolisi venne condannato dal gup di Teramo all'ergastolo. Salvatore Parolisi è stato considerato il solo colpevole del delitto di Melania Rea avvenuto nel boschetto della Casermette a Ripe di Civitella del Tronto (Teramo) il 18 aprile del 2011, ma il cui corpo venne ritrovato due giorni dopo grazie ad una telefonata anonima fatta alla polizia che annunciava il ritrovamento di un corpo seminudo vilipeso.

"L'accusa di vilipendio sul corpo di Melania Rea è un altro buco nero di questo processo giudiziario". Lo sostiene l'avvocato Nicodemo Gentile che insieme al collega Valter Biscotti difende Salvatore Parolisi. Primo grado ed appello non fissano con esattezza il giorno in cui ciò sarebbe avvenuto. E' un processo senza prova". In uno stralcio della lettera scritta dal carcere di Castrogno a Teramo dove è detenuto, Parolisi respinge anche l'accusa di vilipendio oltre al delitto. "Mi accusano di tutto, anche di essere tornato a Ripe sul posto dove è stata ritrovata mia moglie, però non dicono né quando né come e sono certo mai potranno farlo perché in quel posto io non ci sono mai stato, come possono testimoniare tutti gli amici, i parenti, i familiari e inquirenti".

Fonte Agi