Paracadutista morto: Perez, gli ultras e gli amici di sempre salutano Fabio Comini

Il 26enne ascolano è deceduto durante un addestramento in Toscana. Al funerale, celebrato dal vescovo Giovanni D’Ercole, anche il sindaco Castelli e i militanti di CasaPound FOTO L'addio - La tragedia

Ascoli, il funerale di Fabio Comini (Foto Labolognese)

Ascoli, il funerale di Fabio Comini (Foto Labolognese)

Ascoli Piceno, 25 maggio 2015 - Troppo piccola la chiesa del Cuore Immacolato per accogliere tutti coloro che stamattina hanno voluto portare l’ultimo saluto al caporalmaggiore Fabio Comini (foto), il paracadutista ascolano di 26 anni morto giovedì scorso, a causa dell’incidente che si è verificato all’aeroporto di Tassignano (foto), vicino Lucca, quando il paracadute gli si è avvolto intorno al braccio sinistro e quello di emergenza non si è aperto per niente.

Al funerale, celebrato dal vescovo Giovanni D’Ercole, non è voluto mancare proprio nessuno, dagli ex compagni di classe della ragioneria fino agli amici della parrocchia, con i quali Fabio ha condiviso decine di esperienze nel corso della sua infanzia, dai commilitoni del quarto reggimento degli alpini paracadutisti fino ai ragazzi della curva Sud e del gruppo Ultras 1898, senza dimenticare i tanti rappresentanti di Casapound, il gruppo politico di cui Fabio faceva parte. Presenti anche il sindaco Guido Castelli e il calciatore dell’Ascoli Leonardo Perez.

«Caro Fabio, quando diversi anni fa arrivai in parrocchia sei stato la prima persona che ho conosciuto – ha raccontato padre Gabriele Puglia, parroco del Cuore Immacolato – Non dimenticherò mai tutti i momenti vissuti insieme e sappi che tra non molto ti raggiungerò anche io. Così saremo di nuovo vicini e potremo scherzare come abbiamo sempre fatto. Sei stato un ragazzo eccezionale, sempre disponibile con tutti e impegnato nelle attività della parrocchia».

A ricordare il caporalmaggiore, poi, è stato anche il comandante del quarto reggimento degli alpini paracadutisti, Paolo Radizza. «Fabio ha sempre ottenuti dei voti altissimi in ogni esercitazione e metteva entusiasmo in tutto ciò che faceva – ha ricordato Radizza - Di fronte a questa tragica fatalità, però, non ci sono parole. Lui era felice di svolgere questo ‘mestiere’ e non dimenticheremo mai il suo sorriso. Anzi, la sua voglia di vivere e il suo coraggio devono essere presi da esempio da tutti i suoi colleghi».