Fermo pesca, ristoratori e commercianti bocciano le date dello stop

Dal 16 agosto al 27 settembre barche in porto. «Per noi caleranno gli affari e non ci sarà la clasica frittura di paranza da offrire ai turisti». Soddisfatto Pietro Ricci (Nati in Adriatico): «Sono preoccupato per i rimborsi del 2015: agli armatori potrebbe arrivare a Natale, noi pescatori rischiamo di restare senza un euro»

Si avvicina il fermo pesca, pareri contrstanti sulle date dello stop dal 16 agosto al 27 settembre

Si avvicina il fermo pesca, pareri contrstanti sulle date dello stop dal 16 agosto al 27 settembre

San Benedetto, 8 luglio 2016 - E’ ufficiale. Il fermo pesca che coinvolgerà le marinerie del medio Adriatico, da Pesaro a Bari, è stato confermato: dal 16 agosto al 27 settembre, come nel 2015. Come è stato preso dai diretti interessati, a partire dagli armatori – pescatori, ai ristoratori, passando per i commercianti ittici, con l’aggiunta dei pareri del consigliere regionale, Fabio Urbinati e del presidente del consorzio Ceimas, Nazzareno Torquati? «Speriamo che sia l’ultimo – sottolinea Urbinati – perché non è possibile continuare con i finanziamenti non mirati. Urgono dei piani di pesca che permettano di programmare il riposo biologico a beneficio delle marinerie ma anche della fauna marina». Argomento delicato per un settore che, come sostiene Torquati, «continua a non fare le cose serie, visto che il fermo pesca così come voluto da qualche solone non serve a niente». I dati non ammettono repliche. Iniziato nel 1983, quindi 33 anni fa, lo stop alla pesca ha sommato questi risultati: il dimezzamento della flotta peschereccia e il depauperamento delle risorse ittiche oggi del 30 / 40 %, oltre all’innegabile e negativa conseguenza. L’Italia, sul fronte ittico, dipende dall’estero, per il pesce fresco d’importazione, per il 60 / 70 %. La conferma? «Cerchiamo di barcamenarci con l’acquisto del pesce fresco che non si trova – afferma il commerciante ittico Lorenzo Marinangeli – ma il pesce dell’Adriatico non ha uguali. Quindi per noi commercianti c’è meno lavoro, meno fatturato e, di qui, un chiaro mancato guadagno». Anche per i ristoratori il discorso è identico. «Con il fermo pesca registriamo una flessione del lavoro – dice Dario Gabrielli, titolare del ‘Club 23’ – e siamo costretti a sopperire alla mancanza della classica frittura di paranza, con l’acquisto di pesce estero, spigole, orate e rombi, tre volte alla settimana, o di pesce proveniente dal sud dove si pesca ancora in Adriatico>. A risentirne di meno della pausa di 43 giorni, sembrano essere i pescatori. <Sono favorevole al fermo pesca dal 16 agosto al 27 settembre – puntualizza il presidente dell’associazione ‘Nati in Adriatico’, Pietro Ricci – perché almeno facciamo contenti i turisti che fino alla fine di agosto potranno gustare il pesce doc dell’Adriatico. Il problema che invece ci preoccupa è il pagamento del riposo biologico del 2015. Sembra che agli armatori l’indennizzo sarà pagato prima di Natale, mentre non si sa niente sulla quota della cassa integrazione in deroga assegnata agli imbarcati. La preoccupazione – è la conclusione di Ricci – è di non prendere un euro».

Pasquale Bergamaschi