Ascoli, ufficiale Lazzari. Ecco chi è

Arriva dal Novara, il Picchio per rilanciarsi

Flavio Lazzari

Flavio Lazzari

Ascoli, 18 luglio 2016 - Fosse ancora tra noi Freddie Mercury, spegnerebbero le candeline assieme, il 5 settembre. «We are the champions» – hit propria di ogni trionfo sul prato verde – fa da legame indissolubile tra l’immortale asso dei Queen e Flavio Lazzari, 30enne da oggi nuovo giocatore dell’Ascoli preso dal diesse Cristiano Giaretta che ha ancora negli occhi le giocate magiche del romano e romanista ai tempi del Novara. Anche per lui, come per gli altri neobianconeri Jaadi e Hallberg c’è il forte collegamento con l’Udinese, squadra che lo ha prelevato ormai dieci anni orsono dalla Lodigiani, poi Cisco Roma, quando ragazzino iniziava a deliziare tutti sognando di essere il nuovo Totti, peraltro il suo idolo assoluto.

Maturità presa al Liceo Classico, deve la sua carriera al fatto che ci fosse suo cugino che si offrì di portarlo con sé ad allenarsi al campo mentre loro erano a lavoro, quando invece gli stessi preferivano che si dilettasse nel judo e nel nuoto. Nella sua vita anche la forte amicizia con lo sfortunato Piermario Morosini, compagno di avventura quando i due, giovanissimi, arrivarono in Friuli («Per me, che venivo dalla Lodigiani, fu come vincere al Superenalotto», disse in un’intervista).

Il ruolo. Aglietti, che lo ha allenato nel Novara e in quella che statisticamente è la sua miglior stagione in serie B con 38 partite e 7 reti, usava schierarlo da esterno sinistro offensivo anche se il piede utilizzato con più facilità è il destro. Attenzione, però, perché nonostante sia un giocatore dal fisico imponente e non brevilineo, Lazzari ha capacità sia per giocare nello stretto che per attaccare gli spazi, specie in campo aperto. Può quindi essere utilizzato anche come interno, data una tecnica individuale molto valida o come trequartista, ammesso che il trainer toscano intenda schierare il suo Ascoli con un «diez». Lazzari è capace nell’uno contro uno al punto che proprio in quel Novara riuscì a procurarsi 3 rigori nell’arco della stagione. Bene, anzi, benissimo anche per quel che riguarda le conclusioni dalla distanza con entrambi i piedi.

In attesa di rilancio. Bene, benissimo, nelle stagioni di Empoli e Novara, ha sempre giocato con una discreta continuità anche a Grosseto e Padova. E’ nell’anno di Pescara, stagione 2014-15, che inizia il periodaccio: dal gol fallito nella finale al minuto 84’ che sarebbe valso agli adriatici la promozione in casa del Bologna di Cacia (poi salito in A) al gravissimo infortunio al ginocchio dell’estate successiva, quando rientrato al Novara e promesso all’Entella di mister Aglietti, non è poi riuscito a tornare in campo neanche per un minuto nella scorsa stagione.

Daniele Perticari