Liberati lascerà il Gambia: incubo finito dopo 171 giorni

Il marittimo sambenedettese condannato a sei mesi di reclusione o al pagamento di una multa. L’armatore versa la cauzione: il ritorno è vicino

Massimo Liberati

Massimo Liberati

San Benedetto (Ascoli), 3 agosto 2015 – Il sambenedettese Massimo Liberati, motorista dell’Idra Q sequestrato il 12 febbraio scorso, lascerà il Gambia nelle prossime ore. Nel primo pomeriggio di ieri il giudice l’ha condannato a sei mesi di reclusione o al pagamento di una multa che la società armatrice del peschereccio oceanico pagherà immediatamente.

Per il marittimo termina un’odissea durata 171 giorni durante la quale ha vissuto momenti davvero difficili, fino a essere incarcerato nel disumano Mile Two dal 2 al 9 marzo. Fu liberato e messo in libertà vigilata dietro cauzioneLe autorità di Banjul, che il 19 maggio autorizzò la liberazione dell’Idra Q con tutto l’equipaggio, decise di aprire un nuovo procedimento contro il motorista sambenedettese per complicità nella mancata collaborazione nei confronti delle istituzioni nel momento del fermo del peschereccio, a causa della non conformità delle reti.

I militari gambiani trovarono a bordo reti, non utilizzate, con maglia inferiore a quella prevista di due millimetri. Mentre il comandante De Simone cercò di spiegare il motivo della presenza a bordo di quelle reti, il motorista si limitò ad affermare che non sapeva nulla delle reti impiegate dalla barca. Da lì l’inferno con l’arresto e oltre 5 mesi di libertà vigilata, durante i quali si sono succeduti udienze, rinvii, interrogatori. Oggi la notizia della liberazione, grazie al grande impegno della società armatrice che ha messo a disposizione un pool di legali e risorse economiche non indifferenti. Per il cittadino italiano bloccato in uno stato africano, ingiustamente, lo Stato non ha fornito alcuna assistenza. Ha messo in atto due timidi azioni che sono naufragate miseramente. Al processo di ieri, nonostante i ripetuti appelli della società armatrice, per il pericolo che la sentenza avrebbe potuto rappresentare, non si è trovato alcun diplomatico o politico che potesse garantire la presenza dell’Italia in quella delicata sede.