Caso Zazio, condannato il sindaco Gaspari

Il Consiglio comunale deciderà sulla incompatibilità del primo cittadino

San Benedetto (Ascoli), il sindaco Giovanni Gaspari (Foto Sgattoni)

San Benedetto (Ascoli), il sindaco Giovanni Gaspari (Foto Sgattoni)

San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), 20 novembre 2014 - E ora? L’annunciata sentenza della Corte dei Conti che condanna anche in Appello il sindaco di San Benedetto Giovanni Gaspari per l’affaire Zazio è arrivata. Confermato quanto già detto in primo grado: 119mila euro di risarcimento dalle tasche del primo cittadino, 51mila euro da quelle del dirigente Germano Polidori. La domanda, tecnicismi a parte, è semplice: e ora? Ora cosa accadrà? Il percorso è incerto, le ipotesi sono molte e se ancora c’è parecchia confusione, certo è che i volti di quelli che ieri notte si sono riuniti in maggioranza erano tiratissimi.

C’è chi parla apertamente di «disastro politico» e chi vede vie di fuga, chi si prepara allo tsunami e chi crede fermamente che «le ore più buie sono quelle che precedono l’alba», come dice in uno slancio poetico un consigliere comunale che preferisce rimanere anonimo. Questa sera, in consiglio comunale, comincerà l’iter per l’incompatibilità di Gaspari: si tratta di conflitto d’interesse, in soldoni il sindaco ha un debito con l’ente e, se in dieci giorni non dovesse accadere nulla, il consiglio dovrà riunirsi nuovamente per pronunciarsi sulla sua decadenza. La cosa più semplice, naturalmente, è che Gaspari saldi il conto in meno di dieci giorni e interrompa la procedura che lo porterebbe all’inesorabile caduta, ma, dicono i soliti beninformati, non bisognerebbe escludere le sue dimissioni volontarie.

Lo schema sarebbe questo: pagare, andarsene e puntare sul bersaglio grosso nel 2015. Quale bersaglio? Non le Comunali di nuovo, nemmeno le Regionali, ma direttamente la Camera dei Deputati. Una exit strategy rischiosissima, ma non inverosimile se è vero che è lui stesso a pensare di essere troppo divisivo all’interno del partito per puntare alla Regionali, dove è necessario un appoggio compatto di tutti e di tutte per provare a entrare nella cinquina degli eletti. Certo, poi bisognerebbe capire se davvero nel 2015 ci saranno le politiche, ma a questo punto sarebbe necessaria una sfera di cristallo per dare una qualche risposta. Quello che appare evidente, a questo punto, è che la giunta è davvero appesa a un filo, non tanto per questa sentenza (in fondo, la questione già era nota) ma perché questo capitolo rappresenta l’ennesimo ostacolo sul percorso cominciato nel 2011. Saranno chiacchiere da bar o commenti di esaltati sui blog e sui social network, ma l’atmosfera intorno all’amministrazione è davvero da notte dei cristalli. Il problema è che né a destra, né a sinistra, né al centro, né tra i grillini, sembra esserci gente che sappia cosa fare.