Gigi Buffon: "Grazie Rozzi, la sua passione: un vero esempio"

Il racconto del portiere della Juve e patron della Carrarese

Buffon e Rozzi

Buffon e Rozzi

Ascoli, 17 aprile 2015 - ALLE soglie delle 600 presenze in serie A e delle 150 in Nazionale, dopo aver vinto 6 scudetti, una Coppa Uefa e un Mondiale oltre a decine di trofei ‘minori’ e riconoscimenti in ogni angolo del globo, ti aspetti un Gigi Buffon lontano anni luce dalle realtà di provincia, seppur gloriose, come quella ascolana. Invece scopri che il numero uno di Juventus e Nazionale, dopo 20 anni di carriera sfolgorante e standing ovation in tutti gli stadi più importanti del pianeta, trova proprio «in Costantino Rozzi l’unico rifugio per difendere la palla da certi abusi». Il portiere nato a Carrara il 28 gennaio del 1978 è anche il proprietario della squadra della sua città, prossimo avversario del Picchio, ma domenica non sarà al Del Duca: domani sera a Torino la Juve affronta la Lazio e a distanza di qualche ora (alle 12:30 del giorno successivo) scendono in campo Ascoli e Carrarese. 

ARRIVARE in tempo nel Piceno gli sarà dunque impossibile, ma la città delle Cento Torri non gli è di certo indifferente: «Nel mio immaginario di bimbo che si avvicinava al calcio con grande passione, ma anche curiosità, personaggi sui generis come Rozzi e Romeo Anconetani catturavano la mia simpatia. Di conseguenza era naturale un mio sostegno empatico alle loro vicende sportive, alle battaglie dell’Ascoli ma anche del Pisa di quegli anni».

È anche nei pomeriggi trascorsi ammirando le battaglie di Costantino a Novantesimo Minuto, con il pallone in mano, che il Buffon bimbo sente crescere l’attrazione verso il calcio e la voglia di lottare nel rettangolo verde: «Ancora oggi – racconta –, quando l’immagine del calcio viene svilita da fatti sconcertanti, nella mia mente corro a proteggere e accarezzare ‘quella palla’. È il tuffo nel passato, in quel passato, che tiene viva in me la passione.

Due uomini normali, ma sani e veraci cercavano di poter rendere equilibrata la sfida impari con il Golia metropolitano. Combattevano contro tutto per un ideale nobile come portare la provincia a competere con avversari mastodontici e ci riuscivano, risvegliando in città e nella gente l’orgoglio del senso d’appartenenza. Anche i loro riti, il sale per Anconetani e l’immancabile calzino rosso di Rozzi, resteranno sempre nel mio cuore». Buffon, infine, si sofferma sulla partita della sua squadra, la Carrarese, in quel del Del Duca: «Si tratta di una partita difficile, affrontiamo una squadra molto forte come l’Ascoli con grande rispetto. Siamo consapevoli, però, di avere i mezzi per disputare una prestazione positiva come all’andata». 

BUFFON, inserito nella lista dei 125 più grandi giocatori viventi selezionata da Pelé e dalla Fifa, ha giocato una sola gara al Del Duca. Era il 29 gennaio 2006, aveva compiuto 28 anni il giorno prima. La Juve superò per 3 reti a 1 l’Ascoli di Giampaolo grazie a una tripletta di Trezeguet. Per il Picchio andò in gol bomber Ferrante.