Manuli, il blitz della vergogna

Ascoli, 2 agosto 2015 - Da sempre siamo abituati, in estate, a guardarci dai politici, storicamente abili a piazzare la stangata d’agosto approfittando del fatto che gli italiani sotto l’ombrellone pensano ad altro. Ora sappiamo che bisogna guardarsi anche dagli imprenditiori, persino da quelli di alto livello come la proprietà della Manuli, che ha scelto di annunciare la chiusura di un reparto, con conseguente mobilità, mentre i suoi dipendenti erano in ferie. Un blitz della peggiore specie, perché in vicende come questa è vero che conta soprattutto la sostanza, ma anche la forma ha il suo rilievo.

Il tutto mentre la città vive i suoi riti (la Quintana) e freme per le sue passioni (il calcio), ma non può dimenticare i cento ascolani che rischiano di aggiungersi all’esercito dei disoccupati. E proprio oggi che la Quintana e l’Ascoli celebrano la loro unione con il marchio della rievocazione sulle maglie bianconere, sarebbe l’occasione giusta per dare anche un segnale forte di sostegno agli operai della Manuli e a tutti gli altri che combattono le loro battaglie per il lavoro. Non servirà a ottenere risultati concreti, ma almeno a condannare lo sciacallaggio di certe decisioni. Per i risultati concreti (area di crisi in primis) dovranno battersi altri: gli amministratori e tutti gli attori istituzionali in campo. Senza andare sotto l’ombrellone.