"Medico del carcere preso a pugni e testate da un camorrista ergastolano"

Ne dà notizia Fabiola Fini, segretario organizzativo del sindacato Smi Marche: "Il dottor Trobbiani è stato aggredito a Marino del Tronto, ha riportato un trauma cranico"

Detenuto in carcere (ImagoE)

Detenuto in carcere (ImagoE)

Ascoli Piceno, 21 luglio 2014 - Preso a pugni e testate. Da un camorrista ergastolano detenuto in regime di 41 bis. La vittima è il dottor Giovanni Trobbiani, responsabile medico del supercarcere di Marino del Tronto.

L'aggressione è avvenuta sabato scorso, ma ne ha dato notizia oggi Fabiola Fini, segretario organizzativo del sindacato medici penitenziari Smi Marche e responsabile nazionale Emergenza Sanitaria territoriale. Il dottor Giovanni Trobbiani ha subito un trauma cranico. ''L'aggressione al dottor Giovanni Trobbiani - spiega Fabiola Fini - è avvenuta durante una visita medica di routine alla quale stava sottoponendo un detenuto al 41 bis, il cosiddetto carcere duro''.

''Solo l'intervento di due agenti di custodia, il camorrista ha interrotto l'aggressione. Trobbiani ha riportato un forte trauma cranico, tanto da dover far ricorso alle cure del Pronto soccorso dell'ospedale Mazzoni di Ascoli. Ignoti i motivi dell'aggressione''.

"La politica dei tagli operata in questi mesi dal ministero di Giustizia, dalle Regioni e nelle Marche dall'Asur - osserva la sindacalista - si sta traducendo in un pericoloso abbassamento dei livelli di sicurezza dei medici che operano nei nostri ospedali e sul territorio".

"L'aggressione è stata possibile per una ragione evidente: mentre in passato di fronte allo stesso detenuto erano sempre presenti più di quattro agenti di polizia penitenziaria e un graduato, a tutelare il lavoro degli operatori sanitari, adesso, a causa di una politica di tagli, risultano operanti un numero inferiore di addetti, solo assistenti di Polizia Penitenziaria".

Lo Smi chiede maggiore tutela e sicurezza per tutti i medici, ospedalieri e del territorio, e sta considerando l'ipotesi di costituirsi parte civile nei confronti del ministero di Giustizia, della Regione Marche e dell'Asur per i danni subiti in conseguenza alle aggressioni.