Mostra su San Francesco, colpo di scena: l’opera di Cimabue difficilmente arriverà

Era una delle più attese e dava il titolo all’esposizione

Visitatori alla mostra su San Francesco

Visitatori alla mostra su San Francesco

Ascoli, 17 maggio 2016 – Inizialmente atteso per metà aprile, il dipinto su tavola di Cimabue, ‘San Francesco’, difficilmente arriverà ad impreziosire la mostra ‘Francesco nell’arte. Da Cimabue a Caravggio’, di scena nella sala della Vittoria della pinacoteca dal 12 marzo scorso fino al 31 luglio prossimo. Sembra infatti ormai sicuro che l’esposizione ascolana dedicata al poverello d’Assisi nell’ottavo centenario del suo passaggio nel Piceno dovrà fare a meno del capolavoro attribuito al pittore toscano del Duecento. Un’assenza eccellente, dunque. L’unica, ma sicuramente la più importante. Alla pari, se solo si fosse verificata, con quella di Caravaggio. Artisti i cui nomi sono stati utilizzati entrambi per dare il nome alla mostra, che fino ad ora ha avuto un ottimo afflusso di visitatori. Ma quali sono i motivi di questo sfumato arrivo dell’opera?

«Non è in condizioni di viaggiare – spiega Stefano Papetti, direttore dei musei ascolani e curatore della mostra insieme a Giovanni Morello – e quindi difficilmente arriverà. Essendo un dipinto su tavola muovendolo si può staccare. Ma oltre ad esserci un problema di trasporto, una volta arrivato si presenterebbe anche un problema di conservazione, soprattutto ora che andiamo incontro all’estate. Con il caldo, infatti, il dipinto potrebbe separarsi dalla tavola. Con le temperature e l’umidità non identiche a quelle di Assisi dove è conservato in una teca climatizzata il rischio c’è, e sinceramente è una responsabilità troppo grande. Già si muove per conto suo, lo hanno verificato quando lo dovevano prendere per spedirlo ad Ascoli. Oltre al valore dell’opera, circa 600 mila euro, siamo di fronte ad una reliquia in quanto sulla tavola venne posto il corpo di San Francesco. Insomma, c’è anche un aspetto religioso importante da non sottovalutare e quindi la responsabilità è ancora maggiore».