«Le mani della ’Ndrangheta sulle scommesse on line». Sequestri anche in città

Sigilli alla Cloverbet di via Kennedy e viale De Gasperi. Operazione dei carabinieri su mandato della Procura di Reggio Calabria

La Clover Bet di via Kennedy

La Clover Bet di via Kennedy

Ascoli, 31 luglio 2015 - Due sale da gioco sequestrate in città, dove nei giorni scorsi l’altro ieri è arrivata l’onda lunga della maxi operazione partita da Reggio Calabria contro l’attività della ’Ndrangheta nell’ambito delle scommesse on line.

I carabinieri del Comando stazione di Ascoli, guidati dal maresciallo Alessandro Giorgioni, hanno fatto scattare i sigilli in alcuni locali della «Cloverbet», tra i quali uno in via Kennedy, un altro in viale De Gasperi. I militari ascolani hanno agito l’altro ieri su mandato della Procura di Reggio Calabria, al culmine dell’inchiesta «Gambling» che ha toccato tutto il territorio nazionale. Complessivamente sono state arrestate 41 persone: per 28 indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per 13 gli arresti domiciliari. Notificati anche 5 divieti di dimora e 5 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Sono state sequestrate 11 società estere e 45 italiane operanti nel settore dei giochi e delle scommesse, oltre 1.500 punti commerciali per la raccolta di giocate e svariati immobili. Oscurati 82 siti internet nazionali e internazionali.

Era sostanzialmente l’intera ‘Ndrangheta della provincia di Reggio Calabria ad avere allungato i tentacoli sull’affare delle scommesse on line.

Le indagini, infatti, hanno accertato come alla rete commerciale avrebbero preso parte numerosi rappresentanti delle cosche di ‘Ndrangheta operanti sul territorio, in particolare a Reggio e nella e nella zona tirrenica. Soprattutto attraverso il metodo mafioso la ‘ndrangheta avrebbe costituito una sistematica modalità per “convincere” anche con pressioni intimidatorie gli imprenditori che gestivano sale e scommesse a distanza a installare i software per far giocare i clienti sui siti gestiti dall’associazione criminale. Figura di primissimo piano, secondo le accuse, sarebbe stata quella assunta da Mario Gennaro, il quale avrebbe finito per rappresentare gli interessi non più solo della sua cosca di appartenenza, ma dell’intera ‘Ndrangheta provinciale.