Da Spinetoli al Real Madrid, in tre rinviati a giudizio per "Passaportopoli"

Documenti falsi: dipendenti comunali nel mirino

Diego Laxalt

Diego Laxalt

Ascoli, 21 luglio 2016- Passaporti «facili» per poter giocare in Europa. Il gup di Ascoli Rita De Angelis ha rinviato a giudizio tre dipendenti comunali di Spinetoli che avrebbero favorito illecitamente il rilascio di documenti italiani per alcuni calciatori sudamericani. Il processo prenderà il via l’otto marzo davanti al collegio penale del tribunale di Ascoli.

Dovranno rispondere dell’accusa di «corruzione per atti contrari ai propri doveri d’ufficio» e di «falso ideologico» Enrico Lucadei, di San Benedetto, difeso dall’avvocato Roberta Alessandrini, Filippo Galletti e Ivana Marinozzi di Spinetoli, difesi rispettivamente dagli avvocati Mauro Gionni e Alessandro Angelozzi. Secondo gli inquirenti, i dipendenti comunali attestavano falsamente, in alcuni casi in cambio di denaro, la residenza nel comune dei giocatori «mediante la loro iscrizione nei registri della popolazione residente, pur essendo perfettamente consapevoli della falsità delle dichiarazioni di residenza formulate davanti all’ufficiale dell’anagrafe».

Nella vicenda è coinvolto anche il procuratore sportivo della Fifa Vincenzo D’Ippolito, che a settembre sarà processato con rito abbreviato. Secondo l’accusa formulata dalla procura di Ascoli, i tre dipendenti, su impulso di D’Ippolito, avrebbero fatto ottenere il passaporto italiano ai giovani calciatori, facendoli falsamente risultare come residenti nel comune di Spinetoli. In sostanza si andava alla ricerca di parentele molto antiche, anche fino alla sesta generazione, permettendo così ai giocatori di acquisire la cittadinanza, cosa che li avrebbe agevolati visto che le squadre italiane ed europee hanno un tetto massimo al tesseramento dei calciatori extracomunitari. I fatti contestati sarebbero stati commessi da marzo del 2011 a giugno del 2014. Il tutto sarebbe emerso grazie a controlli sui documenti, movimenti finanziari e intercettazioni telefoniche. Su queste ultime, i difensori ieri hanno avanzato alcune obiezioni.

«Abbiamo sollevato una questione di nullità di tutte le intercettazioni telefoniche, che non è stata esaminata dal giudice ma che sicuramente ribadiremo durante il dibattimento», ha spiegato l’avvocato Mauro Gionni. Il problema starebbe nella mancanza di un decreto che avrebbe autorizzato la modalità delle intercettazioni effettuate dalla Digos; nel caso, le registrazioni potrebbero essere inutilizzabili. Tra i giocatori che avrebbero ottenuto i trattamenti di favore ci sono anche alcuni nomi piuttosto noti del panorama calcistico europeo, tra cui Sebastian Laxalt, 23 anni, acquistato dall’Inter nel 2013, ma che ha poi indossato le maglie di Bologna, Empoli e Genoa; o Alexis Perdomo (22 anni) del Torino e Mathias Abero, 26 anni del Bologna. Infine, Guillermo Varela, acquistato inizialmente dal Manchester United che lo ha poi ceduto al Real Madrid dove ha totalizzato trenta presenze realizzando anche un gol. In totale i giocatori coinvolti sono 31. Tra i comuni che avrebbero potuto favorire una corsia preferenziale per il rilascio dei documenti sarebbe stato scelto Spinetoli vista l’amicizia del procuratore D’Ippolito con Lucadei, che per anni ha lavorato nel Comune di San Benedetto e che avrebbe nel tempo stretto rapporti professionali con altri comuni limitrofi.