Peschereccio italiano sequestrato in Gambia: in carcere un sambenedettese

Preoccupazione per il direttore di macchina Massimo Liberati e il capitano Sandro De Simone. Contestata una violazione nella dimensione delle maglie della rete. Amministrazione in contatto con la famiglia e il Governo: "Siamo fiduciosi in una rapida conclusione di questa storia"

Peschereccio (foto di repertorio)

Peschereccio (foto di repertorio)

San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), 3 marzo 2015 - A causa di una presunta violazione nella dimensione delle maglie della rete, le autorità del Gambia hanno sequestrato la nave da pesca Idra Q., iscritta a Mazara del Vallo ma armata dalla Italfish di Martinsicuro (Te).

Lo rende noto la Federpesca, preoccupata per le sorti di due italiani, il capitano Sandro De Simone di Silvi Marina e il direttore di macchina, Massimo Liberati di San Benedetto del Tronto, per i quali è stata disposta la custodia in carcere a Banjiul.

Solo l’intervento urgente del Ministro Martina e del Ministro Gentiloni - dichiara Luigi Giannini presidente di Federpesca - può scongiurare un esito pesantissimo e sproporzionato, visto che le reti considerate oggetto di misurazione non erano quelle in uso all’atto del fermo dell’unità”.

I due italiani erano stati posti in stato di fermo per una decina di giorni, poi, ieri, a conclusione di un' «udienza sommaria», sono finiti in carcereDopo la notizia del sequestro da parte delle autorità del Gambia del motopesca 'Idra Q.', l'amministrazione comunale di San Benedetto del Tronto si è messa subito in contatto con la famiglia e si è anche attivata per capire come si stanno muovendo le autorità italiane per risolvere la situazione. 

«Stamani ho contattato Guido Milana, consulente per la pesca del ministro per le Politiche agricole Martina - spiega l'assessore alle Politiche del mare Fabio Urbinati - il quale mi ha ragguagliato circa le azioni che, in sinergia con il ministero degli Esteri, si  stanno conducendo per arrivare quanto prima al dissequestro della nave e comunque al rimpatrio del personale italiano». «Milana - conclude - mi ha assicurato che ci terrà costantemente informati di tutti i passi che saranno compiuti. Siamo fiduciosi in una rapida conclusione di questa storia».