Ascoli Piceno, 31 agosto 2012 - Dopo la presa di posizione dell’Udc ascolano, che si è detto favorevole ad uno schema a quattro province e con il relativo ‘salvataggio’ di Macerata, abbiamo chiesto a due esponenti degli altri maggiori partiti, Pdl e Pd, di dire la loro sulla questione. Oggi, intanto, si riunisce il Consiglio delle autonomie locali ad Ancona: niente province all’ordine del giorno, ma verrà stilato il cronoprogramma della vicenda che, per il Cal, si chiuderà ai primi di ottobre.

Il sindaco di Ascoli Castelli

PARTE da una premessa di respiro europeo, il sindaco di Ascoli Guido Castelli: «La Merkel ha definito impressionante il programma di riduzione delle spese varato da Monti, nel quale è compreso anche il riordino istituzionale. Insomma, si tratta di un tema richiamato direttamente dall’Europa». Ma la realtà locale parla di proposte, idee, fantasie, con ‘tre’ e ‘quattro’ che sono i numeri più ricorrenti in questa fase di gran fermento intorno al tema delle province. «Io credo che la proposta di Ciccanti di salvare Macerata sia più tattica che reale, una mossa politica per mantenere i buoni rapporti con il presidente della Provincia di Macerata, Pettinari, che d’altronde è del suo stesso partito». Quindi Castelli è contrario allo schema a quattro?

«Sarò favorevole quando ad Ascoli andranno la Val Vibrata, Accumuli e Amatrice: idee meno percorribili ma più giuste, piuttosto che disporre di Comuni che non sono stati nemmeno interpellati. In linea di massima direi che noi dobbiamo essere capaci e pronti a costruire una provincia che non abbia vizi di esclusioni. A noi è capitata la fortuna — ha aggiunto Castelli — di aver assegnato il capoluogo, ma i rapporti con gli altri territori dovranno prescindere da questo fatto: dovremo sviluppare delle relazioni per includere Fermo e Macerata, affinché queste non si sentano assoggettate. Noi saremo la ‘capitale amministrativa’ di questa macro provincia, ma siamo consapevoli che i servizi andranno dislocati in modo ragionevole».

Mandozzi, capogruppo del Partito Democratico in consiglio provinciale

IL PD SI RIUNISCE OGGI, a Porto San Giorgio, per definire una linea comune tra Ascoli, Fermo e Macerata. Un incontro al quale prenderanno parte i capigruppo in consiglio provinciale (Mandozzi per Ascoli, Donzelli per Fermo e Montesi per Macerata) e i tre segretari provinciali (Di Francesco per Ascoli, Biondi per Fermo e Broccolo per Macerata). Intanto è lo stesso Mandozzi a dire la sua sul riordino, dopo che l’Udc piceno si è detto favorevole al ‘salvataggio’ di Macerata e quindi ad uno schema a quattro province: un’idea in linea con quella del segretario regionale del Pd, Palmiro Ucchielli. «Quella di Ucchielli è un’opinione personale – ha spiegato Mandozzi – e l’incontro di domani con i fermani e i maceratesi servirà proprio per dare un contributo alla discussione. Credo – ha aggiunto – che le Marche da un punto di vista morfologico e storico hanno avuto sempre una configurazione a quattro, poi l’anomalia è stata la nascita della quinta provincia. Oggi ritengo che la legge vada rispettata e credo che la maxi provincia sia una grande opportunità. Poi il ‘salvataggio’ di Macerata non deve arrivare da un singolo partito, ma se ci saranno delle deroghe del Governo si potrà ragionare in questo senso. Al massimo — ha aggiunto Mandozzi — si può interpretare in modo esteso il concetto dell’azione dei Comuni: a quel punto, se ci sarà la volontà di alcuni consigli comunali di cambiare provincia, in Pd non metterà di certo i bastoni tra le ruote, a patto che sia conforme alla legge». Per Mandozzi la conclusione è semplice: «Noi avevamo quattro province, poi una legge le ha portate a cinque; ora, un’altra legge ci impone la mega provincia e penso che noi dobbiamo rispettarla e cogliere questa opportunità».

Daniele Luzi