Movimento 5 Stelle, il forfait di San Benedetto non è un caso

Su 1368 comuni al voto, il pentastellati non si candidano in 1116 casi, oltre l’80 percento del totale. E nelle Marche sono presenti solo a nord della regione

Giorgio Fede, ormai ex candidato sindaco a 5 Stelle (Sgattoni)

Giorgio Fede, ormai ex candidato sindaco a 5 Stelle (Sgattoni)

San Benedetto del Tronto, 9 maggio 2016 - Il giorno dopo non aver presentato la lista per le elezioni comunali, c’è parecchia maretta nel Movimento Cinque Stelle. Naturale che sia così, d’altra parte: quello che è a tutti gli effetti il secondo partito italiano ha deliberatamente scelto di non partecipare alla tornata elettorale di San Benedetto del Tronto, il più importante comune marchigiano chiamato al voto nel 2016.

La partita, dunque, è tutta nelle mani del centrosinistra e del centrodestra, in uno scenario tradizionale almeno fino al 2012, cioè l’anno in cui i grillini fecero il loro primo exploit alle urne.

Ufficialmente non si fanno commenti e viene soltanto annunciata una conferenza stampa per la metà di questa settimana. In questa sede, c’è da sperarlo, verrà data una spiegazione di quanto successo: la Casaleggio & Associati non ha dato l’ok alla presentazione del simbolo, ma i motivi della scelta restano oscuri.

C’entra la diatriba interna con l’ex consigliere comunale Giovanni Marucci? C’entra il fatto che la documentazione sia stata inviata dalla Riviera «solo» il 19 aprile? C’entra altro? Le dinamiche che muovono le Cinque Stelle sono sempre sfuggenti: impossibile azzardare un ragionamento politico con una creatura che si muove come una multinazionale del web, apparentemente senza criterio politico, cioè.

Tra le interpretazioni che vanno per la maggiore si cita un dato: su 1368 comuni al voto, il Movimento non si candida in 1116 casi, oltre l’80 percento del totale. Bisogna fare un appunto, però: la maggior parte delle città ha dimensioni irrisorie, e spesso le elezioni sono un affare tra liste civiche locali, senza un coinvolgimento troppo forte dei partiti.

Più interessante, casomai, andare a guardare i comuni marchigiani in cui i grillini ci saranno: Camerano, Castelfidardo, Fermignano, Fossombrone, Gradara, Mondolfo, Novafeltria, Porto Recanati, San Severino Marche. Notato qualcosa? Sono tutte località del nord della regione, come se la parte meridionale fosse stata dimenticata.

C’entrano qualcosa le circoscrizioni elettorali della legge elettorale in arrivo? Ecco, i più scaltri sostengono che la bocciatura di San Benedetto rientri in un disegno che guarda alle politiche del 2018: boicottare il sud per favorire i candidati del nord. Perché dietro a slogan come «uno vale uno», anche il Movimento Cinque Stelle fa calcoli e fissa strategie come i partiti cosiddetti tradizionali. Talvolta in maniera addirittura più crudele: Giorgio Fede e i militanti di San Benedetto ne sanno qualcosa.